Sbarchi in Italia, in un anno 1.300% in più

di Carmine Gazzanni

Che quella degli sbarchi sia un’emergenza, ormai, lo sentiamo da giorni. Ma, probabilmente, quello che fino ad oggi non conoscevamo erano i numeri concreti che danno conto dell’incredibile stato emergenziale. Tutti ricorderanno quanto accaduto il 3 ottobre dell’anno scorso quando un’imbarcazione libica diretta a Lampedusa naufragò causando la morte di ben 366 immigrati. Una tragedia inaudita che ha portato le autorità tutte, sia italiane che comunitarie, a cercare di porre rimedio. Da allora sono passati oltre sette mesi e la domanda è d’obbligo: cos’è cambiato da allora?

I numeri del collasso
I dati – sconcertanti – sono stati snocciolati in commissione Esteri del Senato dal prefetto Giovanni Pinto, direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il quale non ha usato mezzi termini nell’illustrare la criticità della situazione. Bastino alcuni dati per capirci. Facendo un confronto tra gennaio 2014 e gennaio 2013, c’è stato un aumento di sbarchi pari al 900%, essendo i clandestini passati da 217 ai 2171 di quest’anno. Ancora peggio è andata a febbraio con un incremento addirittura del 1300%: da 232 a oltre 3337 nel 2014. “L’esplosione massiccia e preoccupante – ha detto però Pinto – c’è stata ad aprile”: per quanto riguarda il mese appena trascorso, infatti, si è passati da 1838 nel 2013 a ben 13998 (+ 6000%).

I costi delle operazioni
Una situazione surreale, dunque, che ovviamente comporta esborsi niente male e a fronte dei quali, denuncia senza mezzi termini Pinto, l’Europa dovrebbe fare molto di più. Secondo i dati della Marina Militare le 5 unità di pattugliamento costano alle casse pubbliche qualcosa come 9,5 milioni di euro al mese. Una cifra astronomica a cui, peraltro, se ne aggiungono altre. Da inizio anno per i rimpatri di stranieri destinatari di provvedimenti di espulsione sono stati organizzati 31 voli charter per un importo complessivo di 1.217.902 euro di cui 1.128.812 per noleggio degli aeromobili e 89.090 per le spese di missione internazionale dei poliziotti di scorta impiegati a bordo dei voli. Ma non basta. Ulteriori 2,5 milioni sono stati impiegati per i 50 voli di trasferimento interno dei migranti, partiti dalla Sicilia verso le varie località di destinazione. E ancora: come precisato dal prefetto, i Paesi non accettano i rimpatri “gratis et amore Dei”, ed ecco che allora alla sola Libia, nel giro di due anni, abbiamo versato oltre 150 milioni di euro.

I Centri di Accoglienza
Con questi numeri anche i centri di accoglienza per richiedenti asilo e di primo soccorso ed accoglienza distribuiti sul territorio nazionale risultano essere totalmente al collasso. Sarebbero 7810 i posti disponibili ma, al primo maggio, erano presenti ben 10217 clandestini. Numeri incredibili, dunque. E non mancano picchi preoccupanti come quello registrato a Mineo (Ct) con 3897 ospiti a fronte di 3000 posti disponibili.

Le responsabilità
“Non si può pensare che questo sia un problema solo italiano”. Non ci gira attorno Pinto nel denunciare le forti responsabilità imputabili ad un’emergenza che, come abbiamo visto, registra dati a dir poco drammatici. Bisogna agire e farlo subito. Ma, affinché questo accada, sono necessari maggiori fondi e maggiore celerità, a partire dai Centri di Accoglienza per i quali, fino ad ora, la commissione europea si è dimostrata “molto lenta e non interessata”. Tocca poi all’Italia migliorare una gestione dimostratasi, ad oggi, spesso scadente. Basti questo: come denunciato da La Notizia lo scorso 19 dicembre, il governo approvò un decreto tramite cui si stanziavano 190 milioni per affrontare l’emergenza sbarchi.