Scerra: “Meloni ci ha isolato in Europa. Paghiamo l’asse con Orbán”

Parla il questore M5S della Camera, Filippo Scerra: "Dal governo scelte anti-storiche e retrograde".

Scerra: “Meloni ci ha isolato in Europa. Paghiamo l’asse con Orbán”

Dall’Europa è arrivata una pioggia di procedure d’infrazione. Dal non aver garantito gli stagionali dallo sfruttamento all’abuso dei contratti a termine nella Pa. Filippo Scerra, questore M5S della Camera, che ne pensa?
“Penso che serve analizzare le varie questioni una per una. Allo stesso modo però è fondamentale avere una visione di insieme. Il governo Meloni su certi temi ha posizioni profondamente retrograde. E toglie ai poveri per dare ai ricchi, fa il Robin Hood al contrario. Sul fronte del lavoro sono profondamente preoccupato: hanno dimostrato di non avere a cuore la tenuta sociale del Paese. Ricordiamoci poi delle raccomandazioni ignorate sul reddito minimo. Ci sono tanti fronti su cui lavorare, ma questo esecutivo pensa solo a far la voce grossa con i migranti e con le persone sotto la soglia di povertà”.

Con il governo Meloni come ritiene siano cambiati i rapporti tra il nostro Paese e l’Europa?
“L’Italia è un Paese fondatore, ma con Meloni siamo usciti dal salotto buono europeo. Siamo ai margini da un punto di vista politico, perché questo esecutivo non è capace di fare politica e di intessere relazioni utili a rafforzare la nostra postura europea. Meloni ha come alleati alcuni Paesi di Visegrad, ma parliamo di Stati che ragionano in un’ottica nazionalista ovvero pensando prima a se stessi che al bene comune europeo. Sono i peggiori alleati possibili. L’Europa fa dei passi avanti se ragiona come comunità, infatti il più grande passo in avanti l’ha fatto con il Recovery Fund: un debito comune per sostenere i Paesi colpiti dalla pandemia, un’occasione in cui il presidente Giuseppe Conte ottenne 209 miliardi di euro per l’Italia. Un momento storico che nasce dalla capacità negoziale dell’attuale presidente del Movimento ma anche da un’idea di Europa-comunità per cui da sempre ci battiamo”.

Il governo Meloni si sta isolando sempre di più in Europa, partiamo dal Green deal.
“Purtroppo sì, questo non è un danno solo per Giorgia Meloni. Questo è un danno enorme per il Paese. Per questo governo la transizione ecologica è un problema, non una risorsa. Sono fuori dalla realtà. Portano avanti politiche anti-storiche, isolano l’Italia e ignorano i veri problemi che richiederebbero azioni sinergiche. Poi mi faccia dire un’altra cosa, è assolutamente inspiegabile la resistenza italiana alla proposta sulle case green: un patrimonio immobiliare a più alta efficienza energetica è un vantaggio per i cittadini che consumano e spendono meno, per l’edilizia che può avere una spinta. Ma dopo lo stop al Superbonus non mi sorprende questo orientamento del governo. Resta però un atteggiamento autolesionista”.

Poi c’è il tema dei diritti, con l’Italia che di fatto è schierata con Orban sulla legge discriminatoria nei confronti delle persone Lgbtq+.
“Questo governo per portare avanti una crociata ideologica e strizzare l’occhio al proprio elettorato ultraconservatore danneggia i bambini. Lo stop imposto dal Viminale alla trascrizione delle famiglie omogenitoriali crea dei problemi ai più piccoli. E poi vediamo Meloni e soci dar sponda al loro alleato Orban che adotta norme liberticide. Non solo nessuno del governo ha detto una parola su quello che succede in Ungheria, ma cosa che è ancora peggiore l’Italia non è fra i Paesi che si sono schierati contro la legge anti-Lgbt voluta dal presidente ungherese”.

Balneari. Sale la pressione dell’Europa sull’Italia ma il governo Meloni pare sordo ai richiami sulla trasparenza e sulla libera concorrenza.
“Il governo è liberista a corrente alternata e mette in secondo piano gli interessi dei cittadini. è giusto proteggere le imprese italiane, ma quello che fanno FdI e Lega è un’altra cosa. La resistenza ad adeguarci ad una sacrosanta norma comunitaria ci pone in difetto rispetto a scadenze e impegni con Bruxelles. Parliamo di un atteggiamento che può avere conseguenze serie non solo sullo specifico dossier balneari, ma su tutto il Pnrr”.

Con queste premesse quali spazi ha la Meloni nella trattativa sulle modifiche al Pnrr?
“Guardi, io spero che l’Italia non perda quelle risorse ottenute con grande impegno del Movimento 5 Stelle e del presidente Conte. Sono risorse fondamentali per gli italiani. Detto questo non capisco cosa vuole fare il nostro governo. C’è tanta confusione e incertezza, aspettiamo da settimane che Meloni venga in Aula a chiarire le linee guida sul tema. La Lega dice a giorni alterni che dobbiamo rinunciare a parte delle risorse, poi Fratelli d’Italia smentisce. Siamo davanti a un gioco delle parti? Unica certezza è che manca una direzione chiara e condivisa. Noi però siamo pronti ad aiutare il governo, perché questa è una battaglia da fare insieme. Spero la presidente del Consiglio abbia l’umiltà di chiedere aiuto, perché in questi sei mesi non è riuscita a portar a casa nulla di buono”.

Che ne pensa del decreto Pnrr in dirittura d’arrivo?
“Un provvedimento che non risolve i problemi. Anzi alcune ricette proposte dal ministro degli Affari europei mi lasciano profondamente perplesso. Cambiare la governance significa perdere altro tempo, ricostruire un assetto e adeguare il nostro sistema. Farlo ora a ridosso delle scadenze è un errore. Hanno poi usato il decreto per fare altri interventi, e tutto in fretta e furia dopo aver perso settimane di lavoro in commissione. Un pessimo modo per affrontare un decreto importante.

La Fondazione Openpolis in un report sostiene che rivedere l’organizzazione prelude, almeno teoricamente, a un cambio di dirigenti. E che cambiamenti di questo tipo rischiano di produrre ritardi.
“È proprio questo il rischio. Poi il governo ha il diritto di presentare le proprie ricette e intervenire, ma hanno perso mesi senza far nulla e ora rischiano di far tardare nuovamente i processi decisionali. Un vero pasticcio”.

Rischiamo davvero di non spendere tutti i soldi del Pnrr?
“Un’eventualità da scongiurare a tutti i costi, sarebbe un danno incalcolabile per l’Italia. Perdere un treno che non sappiamo se ripasserà mai. Meloni faccia un passo indietro e chieda aiuto, prima che sia troppo tardi.