Scontro Todde-Nordio sul maxi trasferimento di 91 detenuti al 41-bis in Sardegna. La governatrice: “Noi mai interpellati”

Per la governatrice l'isola non può reggere 91 nuovi detenuti al 41-Bis. Nordio nega, ma implicitamente conferma

Scontro Todde-Nordio sul maxi trasferimento di 91 detenuti al 41-bis in Sardegna. La governatrice: “Noi mai interpellati”

Sardegna, terra di spiagge meravigliose e di… detenuti al 41-bis. Almeno nelle intenzioni del governo di Giorgia Meloni, che da Roma ha fatto recapitare alla presidente Alessandra Todde la notizia che sull’isola saranno trasferiti 91 detenuti in regime di massima sicurezza. Tutti diretti al carcere di Uta. Una decisione mai condivisa con la presidente sarda, che è stata semplicemente informata.

La rabbia di Todde per i 91 detenuti al 41-Bis

“Sei giorni fa ho scritto alla presidente del consiglio, Meloni, per difendere la Sardegna da una decisione assunta senza confronto, senza preavviso e senza rispetto istituzionale. A oggi non è arrivata alcuna risposta”, ha attaccato ieri mattina Todde.

“Si tratta di una scelta che rompe il principio di leale collaborazione tra Stato e Regione e che ignora completamente le conseguenze sulla sicurezza, sulla sanità e sulla tenuta sociale del nostro territorio”, prosegue la presidente. Todde ricorda inoltre che il 10 settembre scorso il ministro Carlo Nordio aveva assicurato che nessuna decisione sarebbe stata presa senza un confronto con la Regione.

“Oggi scopriamo che quegli impegni sono stati totalmente disattesi”. “Il trasferimento dei detenuti è stato disposto dal Direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con una nota inviata direttamente a tribunali, prefettura e forze dell’ordine, senza alcuna comunicazione preventiva alla Regione Sardegna”.

Nella lettera, la presidente Todde ha ribadito anche che la Sardegna è considerata dagli organi giudiziari territorio a forte rischio di sviluppo mafioso. “A questo si aggiunge un’altra verità spesso taciuta: ogni detenuto in 41-bis comporta un aggravio enorme per il sistema sanitario regionale in termini di sicurezza, scorte, trasferimenti e assistenza. Un sistema che è già in sofferenza e i cui costi aggiuntivi ricadono interamente sui cittadini sardi”.

Nordio risponde, ma non spiega

La risposta di Nordio è arrivata quasi immediata. Per il ministro quello di Todde “sul 41-bis è un ingiustificato allarmismo”. Per il Guardasigilli infatti “nessuno spostamento” sarebbe “in corso, verso la Sardegna”. Tuttavia, aggiunge l’“impatto sul territorio sarà invariato, poiché rimarranno i medesimi istituti e sarà aumentata solo la capienza in attuazione di un preciso disposto normativo”.

Quindi il ministro, negando, implicitamente conferma. E a giustificazione aggiunge: “Nostra intenzione è dare piena attuazione a un preciso disposto normativo che la politica di sinistra ha ignorato nel tempo, compromettendo le esigenze di sicurezza tanto lamentate dai procuratori antimafia. L’art. 41-bis, comma 2-quater, O.P. dispone infatti che i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto e custoditi da reparti specializzati della Polizia Penitenziaria. Peccato che ciò non sia mai stato attuato”.

“Siamo più che rispettosi della leale collaborazione istituzionale”, conclude Nordio, “tanto che abbiamo posto la questione al tavolo Stato/Regioni. Nel merito, ciò che lamenta la Presidente Todde attiene unicamente a valutazioni di politica giudiziaria che questo Governo intende attuare”.

Morale: i 91 detenuti a Uta ci andranno.