Meno di un mese al D-day. Sulla scuola il Governo continua a traccheggiare. Distanza flessibile e finestre aperte. Ecco la ricetta “artigianale” dei Migliori

Una serie di incontri tra sindacati e ministero dell’Istruzione per trovare la quadra nell’accordo per il ritorno a scuola in sicurezza.

Meno di un mese al D-day. Sulla scuola il Governo continua a traccheggiare. Distanza flessibile e finestre aperte. Ecco la ricetta “artigianale” dei Migliori

Una serie di incontri tra sindacati e ministero dell’Istruzione per trovare la quadra nell’accordo per il ritorno a scuola in sicurezza. Tra personale scolastico e studenti delle varie fasce d’età ancora non si ha certezza del da farsi. E manca, oramai, meno di un mese al suono della prima campanella. Certo è che la preoccupazione prevalente è quella per il rischio di un’ondata di contagi post rientro dalle vacanze. Intanto arrivano le prime – seppur incerte – regole per le scuole.

Il metro di distanza diventa flessibile dove non c’è spazio per far entrare tutti i banchi, l’areazione dei locali resta affidata al ricambio d’aria di porte e finestre che dovranno restare aperte anche se fa freddo. Il ministero ha attivato, inoltre, un Help desk per i presidi, i tavoli con i prefetti e consultazioni con enti locali e sindacati. Come era facile prevedere resteranno in vigore le principali regole di igiene per prevenire il contagio da Covid nelle scuole. Innanzitutto l’uso della mascherina chirurgica per i bambini dai sei anni in su.

Per gli studenti con disabilità e per gli insegnanti di sostegno si potranno sperimentare anche le mascherine trasparenti. Si tiene anche al banco e anche se c’è il distanziamento. Per tutti sarà comunque la scuola a fornire le mascherine come già è successo lo scorso anno. Non sarà necessario misurare la temperatura all’ingresso a scuola. Previsti turni differenziati di ingresso e uscita e in mensa, per mantenere il distanziamento.

Insieme al green pass e alla vaccinazione, il principale cambiamento nelle regole per il ritorno in classe è l’indicazione di una maggiore flessibilità del distanziamento. Secondo quanto indicato dal Cts a luglio il metro di distanza tra un alunno e l’altro e i due metri dalla cattedra diventano una raccomandazione. Sono dunque ammesse deroghe. Si legge nel protocollo che “laddove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici, legate anche alla disponibilità di risorse umane, non consentano il distanziamento di sicurezza interpersonale, resta necessario mantenere le altre misure di prevenzione”, a partire dalle mascherine.

Resta irrisolto il tema dell’aerazione dei locali scolastici, che è molto importante vista la presenza di gruppi anche di trenta persone per un numero di ore che può arrivare anche a sei o sette. Il consiglio del ministero è quello di procedere “artigianalmente”: “Nelle aule è opportuno tenere aperte leggermente e una o più ante delle finestre e/o di eventuali balconi e la porta dell’aula in modo intermittente o continuo. La misura raggiunge la massima efficienza se finestre, balconi e porte si trovano su entrambi i lati dell’aula (ventilazione incrociata) e dovrà essere adottata anche con meteo avverso”.

C’è poi il nodo trasporti, ancora tutto da definire. Mentre per quanto riguarda il vaccino ai bambini il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha affermato che per il momento è prematuro parlarne. “Il mio orientamento è tecnico, ad oggi non c’è un vaccino approvato sotto i 12 anni e quindi è inutile parlarne, quando sarà approvato sotto i 12 anni il consiglio sarà farlo. Nei più giovani il virus non determina grossi problemi anche se qualche problema lo ha determinato, ci sono stati anche bambini deceduti con altre patologie, per ora li proteggiamo vaccinandoci noi, poi li proteggeremo vaccinandoli quando sarà possibile”.

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