Da domani inizia il semestre bianco. Mattarella non potrà più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni

Dal 3 agosto scattano gli ultimi sei mesi del mandato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha inizio il cosiddetto semestre bianco.

Da domani inizia il semestre bianco. Mattarella non potrà più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni

Da domani, 3 agosto, scattano gli ultimi sei mesi del mandato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ha inizio, dunque, il cosiddetto semestre bianco, nel corso del quale, secondo quanto prevede l’Articolo 88 della Costituzione, il Capo dello Stato non potrà più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.

La finestra delle elezioni, dunque, potrebbe riaprirsi dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, a febbraio del 2022, anche perché non è un mistero che lo stesso premier Mario Draghi sia un candidato forte per la successione a Mattarella ma c’è chi scommette che le ragioni che lo hanno portato a Palazzo Chigi saranno anche quelle che ne consiglieranno la permanenza alla guida del governo fino alla scadenza della legislatura nel 2023, con l’elezione di un altro inquilino al Quirinale.

C’è anche chi già ipotizza che i partiti possano chiedere a Mattarella di dare la disponibilità a farsi rieleggere per un secondo mandato. Ma è tutto ancora prematuro e va anche tenuto conto che nelle scorse settimane proprio il Capo dello Stato aveva lasciato intendere di non essere interessato a un eventuale secondo mandato al Colle (leggi l’articolo).

La finestra del semestre bianco fu introdotta durante i lavori dell’Assemblea Costituente con l’obiettivo di evitare che il Capo dello Stato usasse il potere di scioglimento del Parlamento per garantirsi la rielezione. E nonostante alcuni tentativi di modificare la Carta introducendo il divieto di “bis”, la norma ha resistito nel tempo.

Si tratta però di una limitazione che non chiude tutti i margini di manovra a disposizione del presidente della Repubblica: qualora le tensioni nella maggioranza si esacerbassero, Mattarella avrebbe infatti sempre a disposizione l’arma “finale” delle dimissioni anticipate.