Con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto, il Senato ha approvato in via definitiva il decreto Sicurezza, già passato alla Camera. Il provvedimento, fortemente voluto dal governo, diventa così legge, ma non senza tensioni e forti contestazioni in aula.
A marcare il dissenso, una protesta plateale messa in atto dai senatori di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, che si sono seduti a terra al centro dell’emiciclo all’avvio dei lavori, alzando cartelli con la scritta “Denunciateci tutti”. I gruppi di opposizione definiscono il decreto un “provvedimento paura”, accusato di reprimere il dissenso in tutte le sue forme, dalla resistenza passiva nei Cpr e nelle carceri al reato di blocco stradale.
“Una legge autoritaria, che introduce 14 nuovi reati, amplia le aggravanti e criminalizza le forme di protesta pacifica”, ha denunciato il capogruppo dem Francesco Boccia. “Oggi la nostra forma di resistenza passiva sarebbe già perseguibile con due anni di carcere. È un segnale pericoloso che mette sotto attacco diritti fondamentali”.
Alla protesta, non ha partecipato Italia Viva. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha inizialmente tentato di far proseguire i lavori, dando la parola a Carlo Calenda, primo iscritto a parlare. Il leader di Azione ha però rifiutato di intervenire, dicendosi solidale con la protesta pacifica in corso. A quel punto, La Russa ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.
Dal Senato arriva il via libera definitivo al dl Sicurezza. Ma è scontro in aula tra governo e opposizioni
Dopo una breve pausa, la seduta è stata riaperta. Ma la tensione è esplosa di nuovo anche nel corso delle dichiarazioni di voto. Alberto Balboni (FdI), presidente della commissione Affari Costituzionali, ha difeso con forza il provvedimento: “In 48 ore si potrà restituire la casa a chi l’ha persa per un’occupazione violenta. Ma per chi difende le occupazioni abusive, capisco che si preferisca stare dalla parte della criminalità organizzata anziché dalla parte della povera gente”. Parole che hanno provocato proteste e brusii tra i banchi dell’opposizione, costringendo la vicepresidente del Senato Anna Rossomando a intervenire per censurare l’intervento: “Non è consentito accostare l’opposizione alla criminalità organizzata”.
Balboni ha poi proseguito difendendo la norma sulle detenute madri e gli istituti a custodia attenuata per i figli minori, accusando le opposizioni di “propaganda radical chic”. Dopo le proteste dell’aula, ha chiesto scusa “se qualcuno si è sentito offeso”, ma ha poi rincarato la dose parlando delle rivolte carcerarie “manovrate dalla mafia” per abolire il 41-bis e accusando la sinistra di aver difeso mafiosi e terroristi.
La situazione è degenerata con alcuni senatori della minoranza che si sono avvicinati allo scranno di Balboni, fermati solo dall’intervento dei commessi.