Sì al governo Draghi, ma solo se si vota a settembre. Fassina: “Iv ha sfasciato l’intesa M5S-Leu-Pd. Ora bisogna lavorare per rafforzare l’alleanza in vista delle amministrative”

Sì al governo Draghi, ma solo se si vota a settembre. Fassina: “Iv ha sfasciato l’intesa M5S-Leu-Pd. Ora bisogna lavorare per rafforzare l’alleanza in vista delle amministrative”

“Come mi sono sentito due giorni fa? Sarò sincero: è stata la giornata più umiliante della mia vita politica fino ad ora”. Probabilmente giudizio più negativo su quanto accaduto nelle ultime ore prima della decisione di Sergio Mattarella di chiamare al Quirinale Mario Draghi, il deputato di Leu Stefano Fassina non poteva darlo. “È evidente il fallimento della classe dirigente. Che è, però, il fallimento derivante dall’obiettivo perseguito scientificamente da una sola persona”.

Immagino lei si riferisca a Matteo Renzi.
Italia viva ha interpretato l’insofferenza dell’establishment che, per così dire, ha suonato la campanella di fine ricreazione. I renziani si sono prestati a quest’esigenza nell’illusione di conquistare ora spazio politico.

E condannando per sempre l’ipotesi di un Conte-ter.
Con tutti i limiti di questo governo, bisogna riconoscere che aveva posto attenzione alle fasce deboli come mai era accaduto nell’ultimo periodo. Per carità: Conte non è Che Guevara né ha fatto la rivoluzione, ma nessuno può negare la forza di alcuni provvedimenti adottati.

Crede che, dunque, non ci sia solo una questione, com’è stato detto, personale nell’ostilità di Renzi a Conte?
Guardi, l’elemento personale ci può essere, ma io credo più che altro che Italia viva si sia fatta portavoce dell’insofferenza di una parte di classe dirigente che vuole dominare l’agenda politica.

E, col nome di Draghi, pare esserci anche riuscita, non crede?
Io sarei cauto. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà. Io credo si sia sottovalutata l’esistenza del Movimento cinque stelle e sopravvalutata la disinvoltura con cui la Lega dovrebbe appoggiare un governo Draghi. Voglio vedere cosa faranno gli anti-euro come Borghi e Bagnai.

Crede che questo nuovo governo possa mettere in dubbio la politica portata avanti da Conte?
Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà con la concessione di Atlantia, col blocco dei licenziamenti, cosa ancora col Reddito di cittadinanza. Parliamo di misure insopportabili per un certo establishment. Soltanto lì capiremo Draghi da che parte sta.

Lei, invece, che cosa crede? Il discorso di Mattarella sulla difficoltà di andare oggi al voto è legittimo…
Abbiamo delle scadenze fondamentali che non possiamo procrastinare, a cominciare dalla campagna vaccinale. Però ricordo che le Camere possono essere sciolte fino al 2 agosto e questo permetterebbe di andare al voto a settembre. Dunque si possono conciliare le due esigenze: affrontare le emergenze immediate e garantire l’esercizio del voto democratico.

Dunque sì a Draghi solo a determinate condizioni?
Senza l’impegno a elezioni entro settembre per quanto mi riguarda non ci sono le condizioni di un voto di fiducia.
E invece Pd, Leu e 5 Stelle? Che fine faranno?
È fondamentale ora continuare sulla strada intrapresa e lavorare a rinsaldare l’alleanza già in vista delle prossime elezioni amministrative. Renzi ha fatto tutto questo per sfasciare quest’asse e noi invece dobbiamo rafforzarlo.