Sì del Cdm al Testo unico sull’edilizia. Salvini estende la deregulation milanese e il colpo di spugna del Salva-Milano a tutta l’Italia. E gli immobiliaristi festeggiano

Il modello Milano dell'edilizia, grazie a Salvini, si appresta a diventare legge nazionale. Nel testo unico previste sanatorie, silenzio assenso e torri con le scie

Sì del Cdm al Testo unico sull’edilizia. Salvini estende la deregulation milanese e il colpo di spugna del Salva-Milano a tutta l’Italia. E gli immobiliaristi festeggiano

“Un golpe contro il territorio che trasforma in norma il modello accelerato del Salva-Milano”, così ieri l’Avs Angelo Bonelli aveva definito “Il testo sull’edilizia” a firma del ministro Matteo Salvini licenziato dal Consiglio dei Ministri. E, in effetti, a leggere il disegno di legge delega per la revisione del Tue, il Testo unico del settore, è difficile non dare ragione al portavoce dei Verdi.

Si sanano gli abusi

La normativa in arrivo, infatti introduce procedure semplificate per gli abusi edilizi commessi prima del 1° settembre 1967, data di entrata in vigore della “legge ponte” che rese obbligatori i piani regolatori comunali.

Saranno poi rivisti i regimi sanzionatori, che saranno commisurati alla gravità della difformità, al valore delle opere e all’impatto urbanistico. In pratica una sanatoria.

Spariscono i piani attuativi, per costruire basterà una Scia (come a Milano)

Ma a preoccupare, soprattutto sulla scia di quanto accaduto con l’urbanistica a Milano, finita sotto il faro della procura, sono le previsioni circa il cosiddetto “Riordino dei titoli edilizi”.

Secondo il testo, saranno individuate le categorie di intervento edilizio soggette a comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), a segnalazione certificata di inizio di attività (Scia), che – e qui sta il vero punto che allarga la deregulation milanese all’intero Paese – potrà essere utilizzata “anche in alternativa al permesso di costruire, ovvero al rilascio di un permesso di costruire”.

Tradotto, per i non milanesi, si potrà costruire una torre di 20 piani con una semplice dichiarazione, mentre ora sono richiesti i piani attuativi, i quali devono prevedere i servizi per la città, come scuole, parchi, parcheggi, ecc… Con la semplice Scia, i servizi per i cittadini spariscono. Un enorme favore ai costruttori, che risparmiano milioni di euro. Nel testo, inoltre, si parla di “criteri omogenei per l’individuazione di contributi e oneri” in relazione ai titoli abilitativi. Stesso discorso: risparmi per chi costruisce.

Ristrutturazione o nuova costruzione? 

Inoltre, sulla scorta delle pronunce sfavorevoli di Tar e Consiglio di Stato della Lombardia, sulle nuove costruzioni spacciate per ristrutturazioni (con relativi risparmi per gli imprenditori, fino al 68%), la riforma prevede di definire “in modo chiaro” quali lavori sono classificati come nuova costruzione e quali come semplice ristrutturazione, così da “evitare ambiguità nella gestione delle procedure amministrative”. Una previsione inutile, vista la pronuncia del Consiglio di Stato del 5 novembre scorso, che aveva fissato i criteri per distinguere ristrutturazione e nuova costruzione.

Si potrà costruire di tutto, ovunque

La riforma afferma poi di “promuovere” la rigenerazione urbana attraverso il principio “dell’indifferenza funzionale tra destinazioni d’uso omogenee nell’ambito del tessuto urbanizzato”: residenziale, commerciale di vicinato, terziario di prossimità, che potranno alternarsi “senza generare un impatto urbanistico significativo tale da richiedere procedure complesse o impedimenti ingiustificati”.

Una bella affermazione, ma che significa che potranno esserci intere strade o quartieri interamente dedicati a negozi o uffici, senza la presenza di quei servizi minimi che una città dovrebbe assicurare.

Il silenzio assenso

Infine è previsto il ricorso a strumenti come le autocertificazioni, le asseverazioni dei professionisti, il silenzio assenso e il silenzio devolutivo, in caso di inerzia dell’amministrazione ed esteso il diritto di tutti i cittadini di non essere destinatari di richieste di documenti, informazioni e dati già in possesso della pubblica amministrazione “ai fini del rilascio dei titoli edilizi”.

Bonelli: ” È il via libera alle speculazioni edilizie e immobiliari”

Alla luce di tutto ciò, più che comprensibile il giudizio più che raggiante espresso da Confedilizia, secondo la quale “il varo di un codice dell’edilizia è una novità positiva”.  Così come è più che comprensibile la preoccupazione di Bonelli che sintetizza: “Il testo prevede il silenzio assenso per le sanatorie degli abusi edilizi e cosa grave trasforma in norma il modello Milano per la realizzazione di grattacieli e interventi urbanistici rilevanti attraverso la Scia e senza piano attuativo o di lottizzazione. È il via libera alle speculazioni edilizie e immobiliari nelle città italiane”.