Si faceva pagare la benzina anche se non usava l’auto. Il consigliere della Campania Diodato finisce alla sbarra per falso e truffa

di Clemente Pistilli

Risiedeva a Napoli, come appurato dagli investigatori, ma aveva dichiarato che la sua residenza era a Minturno, centro del sud pontino, al confine tra la provincia di Latina e il casertano. Per gli inquirenti una manovra finalizzata a incassare indebitamente i rimborsi relativi alle spese di viaggio. Un ex consigliere regionale della Campania, Pietro Diodato, accusato di falso e truffa, ieri è stato così rinviato a giudizio dal giudice di Latina, Lorenzo Ferri. I fatti risalgono al 2006-2007, quando al timone della Regione Campania c’era Antonio Bassolino e Diodato era all’opposizione tra le fila di An. Un imprenditore con la passione per la politica, passato dal Comune di Napoli alla Regione, da An a Fli, e che alle ultime elezioni aveva tentato l’ingresso alla Camera con il partito di Fini. Un potente nel partito: Diodato è stato consigliere di Maurizio Gasparri, quando quest’ultimo è stato ministro delle comunicazioni, ha fatto parte della direzione nazionale di Alleanza Nazionale e nel 2010 è stato il più vitato a Napoli, raccogliendo 28mila preferenze. Tanti voti che si sono però rivelati inutili per il 53enne. Nel 2008 era infatti diventata definitiva per il consigliere una condanna a un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e dalle liste elettorali, relativa a disordini verificatisi a Pianura nel 2001 e che avevano portato il politico sotto processo per turbativa elettorale. Per Diodato è quindi stata fatta scattare la decadenza. “Un reato di opinione il mio”, sostenne il politico messo alla porta in Regione, specificando che una parte del Pdl aveva remato contro di lui, nonostante il sostegno di Gasparri e dell’attuale ministro Gaetano Quagliariello. E la forza di Diodato è emersa alle ultime elezioni, dove nonostante le polemiche Fini lo ha messo in lista. Ora il rinvio a giudizio per i 19.700 euro di rimborsi di viaggio.
Il processo è fissato per il 7 aprile a Terracina e potrebbe non essere l’unico in tema di rimborsi: indagando sulle spese dei gruppi la Procura di Napoli ha indagato nuovamente Diodato, questa volta per 70mila euro di spese di comunicazione, fatturate dalla ditta del fratello del politico.