Silvio lancia Caldoro in Campania. Ed è subito rissa con gli alleati. Da Salvini alla Meloni è corsa a smentire il Cav Mentre si avvicina l’addio a Forza Italia della Carfagna

Ci prova Silvio Berlusconi a lanciare un suo uomo, Stefano Caldoro, come candidato unico del centrodestra alla presidenza della regione Campania, al voto nella prossima primavera. Ma la sortita del Cavaliere ha già creato malumori sia fra gli alleati che in casa propria. Per quanto riguarda i primi, sebbene il leader di Forza Italia, ufficializzando il nome durante la riunione dei dipartimenti e dei parlamentari azzurri, abbia affermato di avere avuto il nulla osta di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, non hanno tardato a precisare. “La Lega sta ragionando di programma e di squadra, di un progetto complessivo per la Regione, di una visione che sia alternativa a chi ha governato – dal nostro punto di vista male – fino ad oggi. La partita sui nomi verrà successivamente”, puntualizza a La Notizia il neo commissario regionale campano del Carroccio Nicola Molteni.

Anche da FdI d’Italia viene smentito che ci sia stato un confronto con gli alleati che abbia portato nelle scorse ore ad una condivisione su Caldoro : “Sul nome del candidato non ci risulta si sia chiuso alcun accordo. L’intesa prevede che in Campania sia FI a dover individuare il nome del candidato ma ancora non c’è nulla di deciso. Non e’ stata fatta alcuna discussione sui nomi da presentare nel 2020, tranne che per Calabria ed Emilia-Romagna, dove si vota a fine gennaio”. Su un altro punto Giorgia Meloni è ancora una volta molto chiara: per Puglia e Marche spetta al suo partito esprimere la figura che dovrà rappresentare il centrodestra.

Per giungere a un accordo definitivo sui nomi è necessario un incontro tra i tre leader che non si vedono dalla conferenza stampa a sostegno della campagna elettorale di Donatella Tesei, in Umbria, il 17 ottobre scorso, quasi un mese fa. Stavolta sembra proprio che il piglio decisionista sfoggiato dal leader di FI, che ovviamente non detiene più la golden share della coalizione, ormai più che saldamente in mano al segretario leghista, sia quanto meno azzardato; anche perché, più che i rapporti con i due alleati Salvini e Meloni, a creare da qualche mese problemi al Cavaliere è la sua ex pupilla Mara Carfagna.

In quest’ottica, l’accelerata improvvisa di Berlusconi nel rendere noto il candidato in Campania, potrebbe fa parte di una strategia ben precisa: far uscire allo scoperto i “dissidenti”, quella fronda di parlamentari e amministratori locali, capitanati proprio dalla Carfagna, che non gradiscono la muova linea di Forza Italia, a loro dire troppo appiattita su issues salviniane. Le dichiarazioni della vicepresidente della Camera, del resto, non lasciano alcun dubbio: “Oggi vedo una destra-destra, mi fa rabbia la sudditanza psicologica nei confronti del sovranismo, in nessun Paese i partiti liberali sono affetti da sudditanza verso le destre estreme. Non mi piace e non lo accetto” e si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile creazione di suoi gruppi autonomi in parlamento.

Ipotesi che chiaramente sarebbe un colpo durissimo per Forza Italia, già ai minimi storici e Berlusconi non usa giri di parole: “Se qualcuno sta pensando di lasciare FI spero almeno che vada nel Misto. Se andate in altri partiti è un errore grave. Siete degli stupidi, ma avrei anche il coraggio di dirvi che sareste dei co…ni”. Secondo il cavaliere, infatti, né da Salvini né da Matteo Renzi troverebbero spazio: il primo non sarebbe intenzionato a caricarsi riciclati – lo ha sempre detto ma i fatti poi hanno certificato altro – mentre il secondo dovrebbe fare i conti, almeno per quanto riguarda l’ingresso della Carfagna, con l’ape regina Maria Elena Boschi.