Macchinette infernali. Sempre più i giocatori che parlano con le slot machine. Chi le percepisce come esseri umani e pensanti è destinato a perdere più soldi

C’è gente che parla addirittura con le slot machine percependole come un essere umano e pensante. E’ questo “l’inizio della fine” per un giocatore d’azzardo e che ti porta a giocare più a lungo e quindi con probabili perdite economiche maggiori. E’ questo il risultato di una ricerca condotta dal dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Experimental Psychology: Applied. Lo studio sostiene che quando vengono umanizzate le cosiddette macchinette le giocate possono essere incrementate fino al 50%. La ricerca è partita chiedendosi se esiste un legame tra l’antropomorfizzazione delle slot machine e il comportamento nel gioco d’azzardo. La ricerca, spiega l’AdnKronos, illustra come sull’ipotesi siano stati condotti cinque studi con il coinvolgimento di oltre 400 persone tra cui non giocatori abituali,e giocatori abituali. Il risultato ha mostrato che il gruppo degli habitué tendeva, in una misura maggiore di oltre il 50% rispetto all’altro gruppo, a percepire la macchina da gioco come un essere pensante. Gli altri quattro esperimenti hanno, invece, riguardato studenti di cui la maggior parte non giocatori. Il risultato conclusivo ha evidenziato che chi era stato esposto alla descrizione antropomorfa della slot ha giocato di più, per un incremento medio del 45% del numero di giocate, rispetto all’altro gruppo. Non solo: quando i ricercatori hanno fornito ai partecipanti una certa quantità di denaro (5 euro), hanno riscontrato che l’antropomorfizzazione portava a maggiori perdite.  Uno dei ricercatori, a conclusione della ricerca, sottolinea che “Le slot machine andrebbero presentate per quello che sono: non una persona, non una mente, ma semplicemente una macchina costruita per far guadagnare chi la gestisce”.