Smartphone invasi da una miriade di batteri. Escherichia coli, streptococco e tanti altri. Secondo il Wall Street Journal, sugli schermi dei cellulari più batteri che in un bagno pubblico

La tecnologia mobile compie passi da gigante e conquista fette di mercato sempre più rilevanti. Lo smartphone è l’accessorio fondamentale nella vita di tutti i giorni e ogni operazione passa dall’utilizzo del proprio cellulare. Munirsi di un telefonino di ultimo modello non serve a nulla senza un piano tariffario adeguato, così porre gli abbonamenti Vodafone a confronto con quelli di Wind, Tim e 3 risulta particolarmente utile per districarsi in un business particolarmente inflazionato. L’iperfunzionalità degli smartphone, d’altronde, fa sì che ognuno di noi li maneggi continuamente, con le mani sporche e unte, poggiandoli ovunque capiti. Il risultato è che il display del cellulare diventa una fabbrica di germi.

Pare, secondo quanto rivelato da uno studio del Wall Street Journal, che sulla scocca fiammeggiante dello smartphone di ognuno di noi ci sia una concentrazione di batteri altissima, persino superiore a quella riscontrabile sulla maniglia di un bagno pubblico. Tra di essi, sono state riscontrate colonie significative di Escherichia coli, Streptococchi, coliformi, lieviti, muffe e tantissime altre.

La ricerca è stata condotta dal Walla Street Journal in collaborazione con i laboratori Hml, i quali hanno analizzato un campione causale di telefonini reperiti all’interno di un ufficio di Chicago, rilevando come i nuovi cellulari intelligenti non siano altro e tanto attenti all’igiene.

Tra i batteri individuati in alta quantità sugli smartphone, la Pseudomonas aeruginosa è un agente patogeno particolarmente difficile da eliminare attraverso cure antibiotiche e può causare iinfezioni alle vie respiratorie e a quelle urinarie. Lo Staphylococcus aureus, invece, è un batterio immobile che può causare danni a livello epidermico e colpisce anche scheletro, polmoni e sistema nervoso. O ancora il Clostridium difficile, che aggredisce lo stomaco.

La ricerca afferma che, mediamente, controlliamo il display dello smartphone circa 150 volte al giorno. Noi, i nostri amici, il vicino di casa, la portinaia. Un continuo intrecciarsi di germi e batteri, un interscambio di fluidi attraverso la sudorazione e i pori della pelle che non fa che minare il nostro benessere. Ecco un’ulteriore implicazione negativa della tecnologia imperante, meno evidente, ma che in sordina fa lanciare un nuovo allarme, forse poco prevedibile. Altro che virus del sistema, meglio stare attenti al batterio, quello vero.