Soccorso renziano pure in Lombardia. Mozione di sfiducia dei Cinque Stelle contro Fontana e la sua giunta, ma Italia Viva non la voterà

La vicenda è nota. Attilio Fontana, governatore della Lombardia, è finito di nuovo al centro dell’attenzione per la vicenda della donazione per i camici forniti alla Regione dalla ditta del cognato e per cui è indagato dalla magistratura. I Cinque Stelle lombardi con il capogruppo Massimo De Rosa hanno annunciato una mozione di sfiducia nei suoi confronti e l’occasione sarà utile per chiarire in proiezione nazionale e quindi governativa, giochi e strategie degli alleati. Infatti, come riporta Il Fatto Quotidiano, l’annunciata mozione ha messo in agitazione il Pirellone con metà del Pd a guida Fabio Pizzul che non vede la necessità di dimissioni, come del resto Italia Viva il cui voto contro la mozione pare certo. Ma come dicevamo il gioco lombardo è solo un laboratorio per chiarire i rapporti nazionali. Sulle prime, il Pd ha espresso dubbi sull’iniziativa dei Cinque Stelle temendo che la mozione di sfiducia contro Fontana avrebbe di fatto ricompattato la maggioranza al Pirellone. Ma come spiega anche lo stesso De Rosa (leggi l’intervista qui sopra), “il Pd, come le altre forze d’opposizione esclusa la consigliera Baffi unica esponente di Italia Viva in Consiglio Regionale che è ormai stabilmente parte di questa maggioranza di centrodestra, concordano sul fatto che questa esperienza sia arrivata a fine corsa per manifesta incapacità”. Il governatore della Lombardia è il più alto in grado amministrativo della Regione da cui è iniziata il contagio non solo in Italia, ma in tutto l’Occidente, roba che resterà nei libri di Storia e non è più il tempo delle ambiguità. La politica dell’anguilla, in cui il fratello del commissario Montalbano è maestro, non ha più agibilità politica, anche perché la gente è sotto pressione non solo per lo stress dovuto alla pandemia, ma per le grandi difficoltà economiche e lavorative che stanno preparando un autunno caldo in cui sarà necessaria una straordinaria compattezza della maggioranza e con questi chiari di luna non sarà una impresa facile. Invece di Renzi ci si aspettava questo comportamento “guastista” che fa il paio con l’alleanza con Fitto in Puglia contro il centro-sinistra. Ma questi sono solo due dei tanti tentativi di sabotaggio sapiente che l’ex premier mette in atto quasi quotidianamente per minare la stabilità del governo di cui fa parte al fine di lucrare qualche posizione di potere.  Il suo gioco è chiaro, ma in un certo senso più pulito di quello del Pd che invece da un lato dà la mano e nell’altra nasconde un nodoso bastone. Giochi pericolosi perché proprio un anno fa di questi tempi cadde rovinosamente il governo Di Maio-Salvini anche se nessuno lo riteneva possibile vuoi per il dio Sole imperante vuoi per le conseguenze sulla Lega.