Social terrore. Facebook, Twitter e Google citati a giudizio per la strage di Orlando. Avrebbero aiutato l’Isis

Twitter, Facebook e Google citati in giudizio dai familiari delle vittime della strage di Orlando per aver fornito ai terroristi "supporto materiale"

Twitter, Facebook e Google sono stati citati in giudizio da alcuni familiari delle vittime della strage di Orlando, al gay club Pulse (49 le vittime, 53 i feriti, ndr), per aver fornito ai terroristi “supporto materiale” attraverso le loro piattaforme. Gli accusatori sostengono che i social citati abbiano favorito la propaganda del Califfato contribuento a radicalizzare l’uomo che ha compiuto la strage.

Il procedimento civile è cominciato nel distretto del Michigan. Nel dettaglio gli accusatori sostengono che “le tre piattaforme web hanno fornito al gruppo terroristico dell’Isis account usati per diffondere la propaganda estremista, raccogliere fondi e attrarre nuove reclute. Senza Twitter, Facebook e Google (YouTube), la crescita esplosiva dell’Isis degli ultimi anni nel gruppo terroristico più temuto al mondo non sarebbe stata possibile”.

Secondo la tesi di alcuni avvocati e accademici siti come Facebook potrebbero violare la normativa con i loro algoritmi segreti, che consentono di piazzare pubblicità legate alle informazioni degli utenti, condividendo con l’Isis gli introiti pubblicitari e quindi finanziandone l’attività. Facebook, Twitter e Google non hanno risposto per ora alla richiesta di un commento da parte della Fox.