Solo fuffa al raduno Pd a Gubbio: Schlein fa scena muta sulla candidatura Ue

Elly Schlein riunisce il Pd a Gubbio: la segretaria attacca Meloni, ma la linea rimane ondivaga e i dem sono divisi su tutto.

Solo fuffa al raduno Pd a Gubbio: Schlein fa scena muta sulla candidatura Ue

Si è conclusa ieri la scampagnata di due giorni a Gubbio dei parlamentari Pd. Ma, come tutte le iniziative prese dal Nazareno, rimane la solita sensazione di “fuffa”. L’evento organizzato dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga – un’occasione “per fare squadra” hanno spiegato i dem – ha chiuso i battenti con l’intervento della segretaria del Pd. Ma chi si aspettava che questa potesse essere l’occasione per Elly Schlein di sciogliere le riserve sulla sua candidatura alle Europee è rimasto deluso.

“Non c’è nessuna novità. Prima il progetto, poi la squadra e per ultimo la candidatura”, ha detto lei stessa. La questione sulla sua candidatura – magari fosse solo questa – spacca il partito. Che il conclave sia stato organizzato in un ex convento, ora struttura ricettiva a quattro stelle, ha suscitato diverse polemiche sulla gauche caviar. “La spa è chiusa e nessuno credo abbia portato né il costume né la pistola, siamo qui per fare altro e parlare di problemi concreti. Del resto, mi raccomando – ha detto Schlein alludendo ai casi Pozzolo, Sgarbi e Lollobrigida – andando via lasciate i quadri nelle stanze, se tornate in treno non fermatelo per nessuna ragione, perché ne abbiamo viste di tutti i colori in questi mesi”.

E per giustificare la sua assenza dalla prima giornata del seminario, secondo alcuni voluta per spegnere le polemiche di cui sopra, la leader dem ha spiegato di essere stata al cinema. Che come scusa suona un po’ stravagante. Anche perché non appare tanto normale che la segretaria del Pd abbia dato forfait alla prima giornata di lavori su due di un seminario da lei voluto.

Le zone d’ombra del Pd di Schlein

Ritornando sui temi, se il momento di riflessione doveva servire, tra le altre cose, a smaltire le polemiche sul dibattito sull’Ucraina non ci è riuscito molto. ‘’Continueremo a insistere con il supporto all’Ucraina senza ambiguità ma serve un ruolo politico e diplomatico più forte dell’Europa’’, ha detto Schlein, senza scendere nei dettagli. Al panel che si è tenuto giovedì su dove va il mondo, tra guerra e pace, Lorenzo Guerini non ha partecipato.

Appena dieci giorni fa, ricordiamo, il Pd ha deciso di astenersi sia sulla risoluzione della maggioranza che impegnava il governo ad andare avanti negli aiuti militari a Kiev, sia su quella dei 5 stelle schierati per l’immediata cessazione delle operazioni militari. L’orientamento deciso dai dem, però, ha creato subito fibrillazioni. Proprio l’ex ministro della Difesa Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle hanno votato a Montecitorio “per coerenza” a favore del primo punto del documento di maggioranza, che chiede di continuare a sostenere le autorità ucraine anche con mezzi militari.

Divisioni che si sono ripetute a Palazzo Madama. Ma le ambiguità nel partito rimangono anche sui temi etici. Brucia che ad affossare la proposta di legge sul fine vita in Veneto sia stata l’astensione della consigliera dem Anna Maria Bigon. Schlein non nasconde il rammarico. Ma assicura che il partito è impegnato a “rilanciare alcune proposte di legge, come quella per assicurare un fine vita dignitoso”. Per il resto il menu è condito di attacchi al governo delle destre. “Meloni ha superato Berlusconi: questi attacchi al diritto di inchiesta nemmeno con l’editto bulgaro”, dichiara la leader Pd a proposito delle intimidazioni a Report. E poi i tagli alla sanità, l’Autonomia differenziata che spacca l’Italia, il no al salario minimo. Ritornando ai venti di guerra, se Schlein dice no all’invio di armi ad Israele, tace, invece, sulla missione delle navi italiane nel Mar Rosso o sulla giustizia, altro campo minato quest’ultimo per un Pd spaccato a metà tra un’anima garantista e una più giustizialista.