Solo spiccioli per le manutenzioni. L’Anac non fa sconti ai signori del casello. Entro questa settimana il Governo prenderà una decisione sulle concessioni

La società dei Benetton nel corso del tempo ha investito solo spiccioli nella manutenzione della rete autostradale e anche davanti a una tragedia come quella del Ponte Morandi di Genova è stata poco trasparente. A lanciare le ennesime accuse nei confronti di Aspi, già nell’occhio del ciclone per gli enormi disagi legati ai lavori in corso nelle gallerie in Liguria e con il Governo sempre più deciso a procedere alla revoca della concessione, ieri è stato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Francesco Merloni (nella foto), audito in Commissione Lavori Pubblici al Senato.

I NODI. Il numero uno dell’Anac ha specificato che nella vicenda del Morandi il tasso di manutenzione era intorno al 27% rispetto ai piani finanziari della società dei Benetton e che comunque tali interventi, già minimi, erano stati rinviati nel tempo. Il risultato? Garanzie di sicurezza del tutto insufficienti. Sempre su Genova, Merloni ha poi parlato di un’interlocuzione molto faticosa con Aspi per ottenere le informazioni: “Anche in un’occasione così drammatica non c’è stata collaborazione piena di Autostrade per l’Italia”. Per non parlare delle manutenzioni in generale, che l’Anticorruzione, tanto relativamente alla società dei Benetton quanto agli altri concessionari, ha appurato che il rapporto tra manutenzione delle opere d’arte e la programmazione finanziaria da parte dei concessionari è del solo 2,2%.

Per l’Anac è quindi da rivedere tutto il sistema delle concessioni. Come del resto ha sottolineato di recente anche la Corte dei Conti. E questo perché vi sarebbe “una sorta di oligopolio”, caratterizzato da molte concessioni scadute, molte proroghe e pochi controlli da parte delle amministrazioni. Altre accuse da cui Aspi prova a difendersi. Secondo Autostrade per l’Italia si tratta infatti di affermazioni “basate su valutazioni superficiali e su dati e fatti totalmente errati”.

LA DIFESA. “Per quanto riguarda l’accusa di mancata trasparenza e scarsa collaborazione – dichiarano da Aspi – è sufficiente ricordare che la richiesta di informazioni di Anac ad Aspi sulle spese di manutenzione risale al 21 agosto 2018. Aspi rispose in modo tempestivo e puntualmente con un dossier articolato il 5 settembre 2018, senza ricevere alcuna ulteriore richiesta di chiarimento da parte dell’autorità”. Ancora: “Anche le percentuali e i dati di Anac sulla spesa di manutenzione di Aspi non corrispondono alla realtà dei fatti. La società ha già chiarito in passato che Anac, nel formulare i suoi report, mette impropriamente in relazione le spese di manutenzione con le spese complessive per investimenti, giungendo a conclusioni errate e superficiali”.

PATTI CHIARI. Il premier non è però disposto a fare ulteriori sconti alla società dei Benetton. “Aspi ci deve far sapere se accetta o no le condizioni. Altrimenti siamo in procedura di revoca”, ha detto ieri senza mezzi termini Giuseppe Conte, evidenziando che quello su autostrade è un dossier che il Governo non è ancora riuscito a sbloccare, avendo dovuto avviare un procedimento. Ma poi ha aggiunto: “Ora il governo ha definito la sua posizione, ha dettato le sue condizioni. è una società quotata ma non sto dicendo nulla di nuovo. Le proposte avanzate da Aspi non sono accettabili per il governo”. La resa dei conti, complice anche il caos di questi giorni e in una stagione turistica così difficile in Liguria, insomma questa volta sembra davvero arrivata. E a confermarlo è anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che a proposito delle concessioni ha confermato che “è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana”.