Buco Sorgenia, i De Benedetti ammettono il flop

di Carola Olmi

Non solo Sorgenia, ma anche Sogefi chiude il primo trimestre 2014 in rosso, gettando nuova benzina sul fuoco che sta incendiando tutto il gruppo De Benedetti. Non bastano infatti i conti in equilibrio dell’Espresso (editoria) e Kos (cliniche private) per arginare il buco di dimensioni abissali aperto dalla società nata negli anni novanta ed arrivata al termine dei primi dieci anni a fatturare due miliardi di euro. Poi però la crisi e in particolare quella che ha ridotto al minimo la richiesta di energia, con la voragine nei conti della socità, di fatto ormai di proprietà delle banche che l’avevano fin troppo generosamente finanziata.

Investitura
L’investimento in Sorgenia è stato un insuccesso, ha ammesso il presidemte della Cir – la holding di famiglia – Rodolfo De Benedetti. E nell’assemblea che ha approvato i conti della trimestrale si è assistito a due passaggi elequenti: l’uscita del fondatore Carlo De Benedetti dalla Consiglio della Cir, dopo 38 anni, e una sorta di investitura rafforzata all’amministratore delegato Monica Mondardini, la quale pur assente per non meglio precisati motivi di salute, ha ricevuto un attestato di massima fiducia dal presidente Rodolfo De Benedetti, anche a nome dei fratelli. Per lei il compito resta durissimo. Le trattative con le banche, pesantemente coinvolte proseguono da mesi, senza però approdare a un esito che sarebbe stato scontato se solo il socio forte non si chiamasse De Benedetti e dunque dotato di immunità di fronte a un naturale fallimento. “Il confronto tra banche, azienda e soci prosegue attivamente, a testimonianza della volontà delle parti di raggiungere un accordo”, ha spiegato il presidente della Cir. Più che chiudere un accordo, gli istituti di credito in realtà devono decidere se perdere molto o moltissimo, visto che tra l’altro proprio la famiglia De Benedetti non ha nessuna intenzione di ricapitalizzare adeguatamente la società.

Il primo trimestre dell’anno per la Cir si chiude così con ricavi di poco inferiori a 1,1 miliardi, in calo del 13,8% rispetto all’esercizio precedente. Pesano il calo dei margini di Sorgenia e la diminuzione della redditività di Sogefi, dovuta a oneri straordinari di ristrutturazione. Il risultato netto nel trimestre è stato leggermente negativo (rosso di 2,6 milioni) rispetto a un utile per 6,4 milioni nel 2013; scendono il risultato netto della capogruppo (che lo scorso anno beneficiava di rettifiche di valore positive di titoli in portafoglio) e quello di Sogefi, mentre le altre principali controllate del gruppo, Espresso e Kos, hanno conseguito nel trimestre un risultato netto positivo e in linea con l’esercizio precedente.

Nuova fiducia
Quanto al prosieguo dell’esercizio, la società ha spiegato che “l’andamento del gruppo Cir nei prossimi mesi del 2014 sarà influenzato, oltre che dall’evoluzione dell’ancora incerto quadro macroeconomico, dall’esito della ristrutturazione dell’indebitamento della controllata Sorgenia”. E anche se Sorgenia “è stata un insuccesso”, la Cir – ha detto Rodolfo De Benedetti – è solida, ha nel suo portafoglio aziende di valore e potrà tornare presto a generare valore per tutti gli azionisti”. E come azionisti di riferimento, i De Bendetti hanno ribadito il pieno supporto all’ad Mondardini, cui spetterà la gestione in una prospettiva di rilancio.