Quanto dovrà sborsare l’Italia in spese militari ogni anno? Lo deciderà la Nato. A dirlo ieri durante il Question Time il ministro della Difesa (sovranista, in teoria) Guido Crosetto, rispondendo a un’interrogazione M5s sugli “intendimenti del Governo in merito all’incremento dell’obiettivo del 2% del rapporto tra spese per la difesa e prodotto interno lordo, a fronte della situazione in campo economico, sanitario e ambientale”.
Una decisione che non spetta né al ministro né al Parlamento
“Io deciderei di arrivare al 3,5 o al 5%?”, ha detto il ministro, “Mai, perché non è una decisione che spetta al ministro della Difesa, non è una decisione che prende l’Italia, è una cosa che verrà proposta probabilmente dal segretario generale della Nato, al 3,5%, o dagli Usa, al 5%, e su cui alla fine di giugno, quando ci sarà quel consesso, il Governo italiano si esprimerà e dirà le sue idee. Lì la Nato prenderà una decisione, non il Governo italiano né tantomeno il povero ministro della Difesa”.
A fine giugno la Nato comunicherà che fare
“Ciò detto, non so quale sarà la scelta della Nato e del Governo, lo vedremo a fine giugno”, ha aggiunto. “Il ministro della Difesa – ha sottolineato – prende ordini dal Parlamento, usa il bilancio e le risorse che il Parlamento mette a disposizione e si adegua agli ordini del giorno quando vengono approvati dalla maggioranza”. “Prenderemo atto di quello che deciderà la Nato e di quello che deciderà il Parlamento sulla decisione della Nato”, ha concluso.
“L’Europa deve difendersi da sola”
Quindi il Paese è destinato a pagare, senza alcuna possibilità di sottrarsi né di decidere quanto, secondo Crosetto, per il quale, del resto, “le nazioni europee sono consce che tocca a noi prenderci carico della nostra sicurezza”. “Negli ultimi 80 anni abbiamo beneficiato della sicurezza garantita dall’ombrello della Nato, grazie a capacità principalmente – e in alcuni settori esclusivamente – fornite dalle Forze armate Usa”, ha continuato, “Recentemente le nazioni europee hanno dovuto prendere consapevolezza che gli Stati Uniti sposteranno la loro attenzione sull’Indo-Pacifico e quindi tocchera’ a noi prenderci carico della nostra sicurezza”.
M5s: “Serviranno decine di miliardi”
Immediate le critiche del Movimento, che parla di un “Crosetto scaricabarile”. “Il ministro ha scaricato ogni responsabilità sull’aumento delle spese militari oltre il 2% del Pil, fino al 3,5% o al 5%, dicendo che lui non lo farebbe mai ma, poverino, non è lui a decidere, ma la Nato e l’Italia ne prenderà atto – un vero discorso da sovranista”, hanno dichiarato i capigruppo M5S delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Marco Pellegrini e Bruno Marton.
Il Movimento dichiara già guerra
Che aggiungono: “Poi ha specificato una cosa estremamente importante, cioè che se per arrivare al 2% è bastato infilare nel conteggio voci di spesa corrente – dall’Asi, alla Guardia di Finanza alla Guardia Costiera – ma non basterà per raggiungere i nuovi target di spesa militare che saranno decisi tra un mese al vertice Nato. Quindi, se passerà la proposta Rutte di aumenti incrementali annuali dello 0,2% del Pil, dalla prossima manovra sarà necessario reperire annualmente per la difesa nuove risorse aggiuntive – sottratte a sanità, istruzione, welfare e pensioni – per quasi 5 miliardi, ogni anno per sette anni, quindi 30-35 miliardi in tutto. Una follia contro cui il Movimento 5 Stelle si batterà con tutte le sue forze”.