Spese pazze e vitalizi, il sacco delle Regioni

Di Sergio Patti

I giudici di Torino ieri si sono presi due settimane per decidere sul rinvio a giudizio di tre assessori della giunta piemontese guidata da Sergio Chiamparino. Aldo Reschigna (Pd), Gianna Pentenero (Pd), e Monica Cerutti (Sel) sono coinvolti nell’inchiesta sulle spese pazze alla Regione, insieme al segretario piemontese del Pd, Davide Gariglio, e al vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti (Pd). L’inchiesta è la stessa che aveva travolto l’ex governatore leghista Roberto Cota, ormai diventato emblema della sprecopoli regionale per aver inserito tra i rimborsi persino per le mutande verdi in perfetto stile padano. Lo scandalo all’epoca travolse i consiglieri del centrodestra, ma anche quelli del centrosinistra – che si erano ricandidati alle elezioni successive puntando sull’archiviazione – ieri hanno visto i magistrati per nulla convinti di seppellire le accuse nei loro confronti.

PD NELLA BUFERA
Dalla Mole alle due torri di Bologna, anche in Emilia Romagna la Regione è nel caos per le inchieste. Quella che accusa l’ex presidente Vasco Errani di falso ideologico ha portato alle dimissioni del governatore, ma quella sulle spese illegittime dei consiglieri regionali sta paralizzando le primarie del Pd, tagliando le ali ai due candidati di punta: il deputato Matteo Richetti (5.500 euro contestati negli anni 2010 e 2011) e Stefano Bonaccini (4.000 euro contestati). Il primo si è ritirato dalla corsa per le prossime regionali, il secondo no.

PURE LE PENSIONI
Gli abusi grandi e piccoli dei gruppi regionali sono così il faro che sta mostrando uno sperpero di risorse inaccettabile, soprattutto in un periodo di grandi sacrifici per i cittadini. Siamo di fronte però solo a uno – e non al più grande – tra gli scandali del sistema delle Regioni. Appena ieri La Repubblica ha fatto i conti su cosa costa il famoso vitalizio accordato a migliaia di consiglieri. Ogni anno quasi 3.200 pensioni ci costano 170 milioni. Siamo vicini a quanto si spende per gli ex parlamentari nazionali (circa 200 milioni) e alcune regioni ormai pagano per questi vitalizi più di quanto spendono per remunerare i consiglieri in carica. In Veneto, per esempio, servono 11,2 milioni per erogare i 226 vitalizi, compresi quelli di reversibilità, contro i 9,1 milioni per le indennità dei consiglieri attivi. E che dire del Lazio, dove dagli attuali 270 milioni l’anno, la spesa per mantenere i vecchi consiglieri passerà a 314 milioni già nel 2016.

VERI DIRITTI ACQUISITI?
La politica su questo fronte ha provato a porre un rimedio, limitandosi però all’abolizione dei vitalizi per il futuro. In sostanza chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Col pretesto dei diritti acquisiti, i privilegi del passato dunque non si toccano. E dire che la sprecopoli è infinita.

NORD
In Piemonte, l’ex governatore Cota finì inquisito insieme ad altri 39 consiglieri. L’indagine partita nel 2012 non è ancora conclusa, ma si registrano numerose archiviazioni. All’origine i consiglieri coinvolti erano 56. In Liguria sono scattate invece le manette. L’ex presidente del consiglio regionale, Rosario Monteleone (Udc) si dimise dopo essere finito nel registro degli indagati con l’accusa di aver prelevato quasi 200 mila euro dalle casse del partito. Ma l’ex vicepresidente della giunta, Nicolò Scialfa viene arrestato per essersi appropriato di 70 mila euro utilizzando anche firme false. In Lombardia l’inchiesta del 2012 sulle spese pazze in Lombardia fece due vittime eccellenti: Renzo Bossi, detto il “Trota”, figlio dell’allora leader della Lega Umberto Bossi e la consigliera del Pdl Nicole Minetti. Alla Lega Nord furono contestate spese ingiustificate per oltre 600 mila euro in un anno. Di maggiore attualità l’inchiesta in corso in Emilia Romagna. Qui la magistratura sta contestando spese per ristoranti, alberghi e regali di Natale, consulenze e auto blu. L’ultimo troncone dell’indagine è arrivato proprio in questi giorni a coinvolgere i candidati alle primarie del Pd, con un tempismo che ha fatto scattare un comprensibile collegamento tra il no dei magistrati alla riforma della giustizia e gli avvisi di garanzia ai principali candidati del partito alla presidenza della Regione. In Friuli Venezia Giulia, dopo una prima indagine senza condanne sul precedente consiglio regionale, adesso i giudici stanno indagando sull’attuale giunta guidata da Deborah Serracchiani. In Trentino Luis Durnwalder è stato indagato per aver utilizzato a sua discrezione un milione e 650 mila euro (72 mila euro l’anno). Secondo l’accusa avrebbe utilizzato quel denaro per acquisti personali e persino il pagamento dell’Ici delle sue abitazioni. Accuse respinte dal diretto interessato.

CENTRO
Nel Lazio resta la ferita per la spregiudicatezza del capogruppo Pdl, Francesco Fiorito, che con i soli del gruppo comprò pure un Suv. Lo scandalo travolse Renata Polverini che dovette dimettersi. Fiorito è stato condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Eclatante pure la festa con le maschere dei maiali di Carlo De Romanis (Pdl). In Umbria è arrivata invece l’accusa di peculato e falso per il presidente del consiglio regionale, Eros Brega.

SUD
In Campania invece la magistratura ha indagato per peculato quasi tutta l’assemblea regionale. Oltre due milioni e mezzo le spese non giustificate. Fece molto discutere il ritrovamento tra gli scontrini del pagamento della tassa sui rifiuti, la Tarsu. Sulla stessa scia, i casinò e le serate nei locali di lap dance di alcuni consiglieri del Molise, chiamati adesso dalla Corte dei Conti a risarcire più di due milioni e mezzo. In Basilicata l’inchiesta sulle spese folli è costata la poltrona all’allora governatore, Vito De Filippo. Nel mirino finirono 48 consiglieri. Nelle Marche dal 2008 al 2011 mancano quasi 400 mila euro e per questo sono stati indagati quasi 40 consiglieri. In Calabria sono 13 i politici regionali indagati per spese che vanno dai pranzi ai corsi di ballo latino americano.

LE ISOLE
In Sardegna, Silvestro Ladu ha messo a libro spese della Regione un vitello ed alcune pecore, mentre Sisinnio Piras è stato arrestato per aver sottratto dalle casse del Pdl 250 mila euro. Tra i 65 consiglieri indagati anche Francesca Barracciu, del Pd. In Sicilia ci sono almeno 10 milioni tra le spese sospette dei consiglieri di Palazzo D’Orleans nelle ultime due legislature. I soldi destinati alle attività di partito in realtà finivano per pagare anche cravatte e gioielli. Tra i 97 indagati, anche l’ex esponente della segreteria Pd, Davide Faraone.