Roma-Lazio di lunedì è uno schiaffo alla città e ai romani. Abuso di potere dei dilettanti del calcio italiano. Le televisioni si stancheranno di finanziare una baracca con saltimbanchi e burattini

Roma-Lazio di lunedì è uno schiaffo alla città e ai romani

Il calcio italiano è veramente gestito da dilettanti allo sbaraglio. Dopo l’ennesima gaffe federale sul calcio femminile e le quattro lesbiche (che si aggiunge a quella di Tavecchio sul razzismo), ecco l’ultima perla: il derby Lazio-Roma spostato al lunedì. In un giorno feriale. Anzi, peggio: all’ora di punta di un giorno feriale. Alle 18. Quando i romani prendono l’auto, il motorino o i mezzi pubblici per tornare a casa dopo la giornata di lavoro.

ROMANI TARTASSATI

E oltre al consueto traffico giornaliero su strade come tangenziale, Salaria, lungotevere – che a quell’ora sono congestionate e si procede (se non ci sono incidenti a 10 km all’ora) – ora in aggiunta ci sarà pure l’afflusso allo stadio per la partita più importante dell’anno per la città di Roma. Che quest’anno vale doppio perché le due squadre si giocano l’accesso diretto alla Champions League. Le vie vicino allo stadio sono ogni pomeriggio un delirio. Nella zona ci sono Rai, uffici, studi legali, Corte dei Conti, Poste, Tribunale. La partita, in aggiunta all’ora di punta, scatena il caos, anche perché si istituisce il divieto di transito in un’area molto vasta della Capitale (da Piazzale Clodio a Ponte Milvio) e si modificano numerose linee dei bus. Che cosa dovrebbero fare tutte le persone che lavorano o vivono in quest’area o che hanno i figli nelle scuole di questo quadrante?

Una partita che – va sottolineato – prefettura e questura impongono di giocare di giorno per poter controllare bene afflusso e deflusso a piedi delle tifoserie dallo stadio e dalle vie adiacenti. Essendo la partita più ad alto rischio per scontri e incidenti (assieme a Roma-Napoli) che si possa giocare. In caso di incidenti chi è responsabile se a rimetterci sono i cittadini? Dai bambini che escono da scuola al pendolare che torna a casa? E il sindaco Marino che fa? Dichiara solo che non è preoccupato perché si è coordinato con il prefetto Gabrielli. Un modo originale per farsi odiare ancora di più dai suoi cittadini, abbandonati sempre di più a se stessi. Ancora una volta saranno i romani a rimetterci, come già accade per manifestazioni, cortei e scioperi. Solo per tutti i disagi causati Lotito si meriterebbe la sconfitta nel derby, così come la sua arroganza è stata punita dalla promozione di Carpi e Frosinone. Chi la fa l’aspetti.

LEGGE AD PERSONAM

Il presidente della Lazio, Lotito, non può guardare tutto con l’occhio del tifoso: non si può strangolare la città per una partita di calcio. La decisione della Lega calcio è a dire poco scandalosa. È la conferma che i vertici sono veramente dei dilettanti allo sbaraglio. Da quando esistono le coppe a oggi si è sempre giocato il mercoledì e la domenica. Le partite slittano al lunedì solo in caso di una gara di Europa League giocata in trasferta al giovedì (e non il mercoledì!). Eppure il posticipo è stato deciso nonostante la Lazio giochi in casa (e di mercoledì!) la finale di Coppa Italia contro la Juve, anticipata al 20 maggio perché i bianconeri sono arrivati alla finalissima di Champions League (che nessun dirigente del nostro calcio aveva quantomeno previsto come opzione: altra figuraccia!). È vero che la Lazio ha fatto un favore alla Juve, accettando la nuova data, ma così ha danneggiato tutti quei tifosi che di lunedì non potranno andare allo stadio perché lavorano, oltre a chi tornando a casa si troverà deviazioni stradali e di linee dei bus. E a disertare lo stadio per lavoro non sono certi i teppisti ultrà che non vedono loro di scontrarsi con avversari e forze dell’ordine.

Lotito vuole le leggi ad personam. A quanto pare chi gestisce i poteri del calcio italiano pende dalle labbra del presidente della Lazio, al quale non si dice mai di no, nonostante le sue gaffe (ricordate la telefonata su Carpi e Frosinone un incubo per la Serie A?).  Il calcio è una macchina da soldi grazie ai diritti tv. Ma di questo passo prima o poi perfino le televisioni si stancheranno di sborsare soldoni per poi trovarsi campionati falsati da squadre fallite e da decisioni improvvise che le danneggiano, prese da dilettanti allo sbaraglio.