Stadio della Roma, De Vito e Mezzacapo chiedono la scarcerazione. Attese le prime archiviazioni. A breve sarà sentito in Procura anche l’Ad di Acea

Nuovi sviluppi nell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma

Ricorsi al Riesame, interrogatori di persone informate sui fatti e querele. La maxi inchiesta sullo Stadio della Roma non manca mai di regalare nuovi spunti e così, dopo gli ultimi arresti e l’iscrizione al registro degli indagati di numerosi manager e politici, non ultimo quello dell’amministratore delegato di Acea Stefano Donnarumma accusato di corruzione, preannuncia una settimana fitta di novità. La prima di queste è senza dubbio quella che coinvolge i due principali protagonisti della vicenda, entrambi accusati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dei pubblici ministeri Luigia Spinelli e Barbara Zuin del reato di corruzione, ossia l’ex grillino ed ex presidente del consiglio comunale Marcello De Vito, difeso dai legali Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, e l’avvocato Camillo Mezzacapo.

Quest’ultimo, per tramite del proprio difensore, ha depositato ieri l’istanza di scarcerazione che dovrà essere vagliata entro dieci giorni dal tribunale del Riesame. Una scelta a cui potrebbe accodarsi presto anche l’ex pentastellato come preannunciato dal proprio legale nei giorni scorsi e che, di fatto, diventerebbe il primo banco di prova per le tesi della Procura secondo cui a Roma esisterebbe un sistema corruttivo basato su tangenti e favori, pagate da facoltosi imprenditori per ingraziarsi la politica e realizzare importanti progetti nella Capitale. Giorni importanti perché l’indagine è tutt’altro che conclusa e infatti questa settimana inizierà una nuova tornata di interrogatori.

Secondo quanto emerge, verranno ascoltati politici e tecnici comunali ma potrebbe esserci di più. È probabile, infatti, che i magistrati di piazzale Clodio decidano di ascoltare anche l’ad di Acea Donnarumma, anch’esso indagato per corruzione, in merito alle sponsorizzazioni finite agli atti dell’inchiesta. Si tratta di 50 mila euro stanziati dal costruttore Luca Parnasi per finanziare due concerti di Natale, tenuti all’auditorium di via della Conciliazione, che per l’accusa non sarebbero altro che tangenti mascherate.

Una tesi del tutto rigettata dall’amministratore delegato che, per conto del suo avvocato Riccardo Olivo, ha fatto sapere che si tratterebbe tratta di finanziamenti leciti e autentici. Tra i nodi al pettine che dovrebbero essere risolti questa settimana anche la richiesta di archiviazione di Daniele Frongia che, stando a quanto emerge, sarebbe ormai pronta e dovrebbe esolo essere depositata dai pm al gip. Un passaggio obbligato su cui dovrebbe poi esprimersi il giudice per le indagini preliminari nell’arco di pochi giorni.

Il nervosismo che ruota attorno alla maxi inchiesta sullo Stadio della Roma, ha anche portato ad un pesante scontro che rischia di finire in un’aula di tribunale. È quello che vede contrapposti l’ex Assessore Paolo Berdini, reo di aver rilasciato dichiarazioni di fuoco in conferenze stampa e interviste, e l’attuale Assessore capitolino all’Urbanistica, Luca Montuori. Proprio quest’ultimo, con una nota inviata ieri pomeriggio, ha spiegato che mentre procedono le indagini della magistratura, è diventato il bersaglio di “una gogna mediatica che ha origine anche nelle parole calunniose di Berdini nei miei confronti”. Il riferimento è alle presunte riunioni clandestine, raccontate dall’ex Assessore, che secondo Montuori non sono mai avvenute e che per questo lo hanno convinto a “dare mandato al mio avvocato di querelare Berdini e chiunque riporterà calunnie prive di alcun fondamento”.