Stallo al Copasir, 51 giuristi contro il Carroccio. Appello a Fico e Casellati: Volpi presidente è una ferita alla legalità

La presidenza del Copasir viene reclamata da Fratelli d’Italia, rimasta all’opposizione. Ma il leghista Raffaele Volpi non intende liberare la poltrona.

Stallo al Copasir, 51 giuristi contro il Carroccio. Appello a Fico e Casellati: Volpi presidente è una ferita alla legalità

“Credo che i presidenti delle Camere debbano intervenire per sciogliere il Comitato parlamentare di sicurezza e tentare una soluzione” all’attuale stallo. A dirlo è il senatore di Forza Italia, Elio Vito che di recente si è dimesso dal Copasir. Attualmente a guidare la commissione di garanzia è Raffaele Volpi, parlamentare della Lega ma, con la nascita del governo Draghi di cui il partito di Matteo Salvini è uno degli azionisti di maggioranza, la presidenza viene reclamata da Fratelli d’Italia, rimasta all’opposizione.

Vito parla nel corso di una conferenza stampa organizzata da alcuni costituzionalisti promotori di una lettera aperta rivolta ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, per sollecitare il rinnovo dell’ufficio di presidenza del Copasir. Dagli iniziali 37 si è arrivati a 51 fra costituzionalisti, giuristi e politologi. Tra loro i presidenti emeriti della Corte costituzionale, Antonio Baldassare e Valerio Onida.

Il 6 aprile Fico e Casellati hanno messo nero su bianco, in una lettera congiunta, la loro decisione. Nessun intervento da parte loro per imporre dimissioni, revocare i componenti, sciogliere la commissione o considerarla decaduta. I presidenti dei due rami del Parlamento si sono rivolti proprio a FdI spiegando che un’eventuale soluzione – e cioè che la presidenza del Copasir passi di mano – può essere risolta solo con “accordi tra le forze politiche”.

Ma a dar ragione alla richiesta del partito di Giorgia Meloni, che insiste perché Fico e Casellati intervengano nuovamente questa volta per azzerare il Copasir e determinare le dimissioni del presidente, ci sarebbero alcuni precedenti evocati nel corso della conferenza stampa. Il primo caso è quello dell’ottobre 1974 quando il presidente della Camera Sandro Pertini revocò la Giunta delle Elezioni per la sua ‘’inoperatività”.

Il secondo risale agli anni Ottanta quando fu istituita una commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, e alcuni deputati e senatori sollevarono una questione sulla incompatibilità della presenza di un membro. Il presidente della commissione di allora, di fronte all’annuncio di dimissioni di alcuni componenti, si rese conto che la commissione non era più in condizione di operare.

Furono i presidenti Nilde Iotti e Amintore Fanfani a intervenire e sciogliere la commissione, che fu ricostituita dopo 20 giorni con alcuni aggiustamenti. Infine il caso del gennaio 2009, quando i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, sciolsero la Commissione di vigilanza Rai per consentire alle forze di opposizione di eleggere un presidente da loro indicato al posto di Riccardo Villari che non intendeva dimettersi.

“Rispetto a tre settimane fa, quando i presidenti scrissero la lettera, ci sono state novità: si sono dimessi Vito e il vicepresidente Urso. Pertanto il Copasir è impossibilitato a operare”, insiste il vicepresidente della Camera, ed esponente di FdI, Fabio Rampelli. Meloni, non sapendo più a quale santo votarsi, giorni fa ha invocato l’intervento del Colle.

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