Stangata sugli affitti brevi, ma il regalo agli albergatori spacca la maggioranza

Sugli affitti brevi è allo studio un aumento della tassa al 26%, che smentirebbe la linea della Santanchè.

Stangata sugli affitti brevi, ma il regalo agli albergatori spacca la maggioranza

Stangata in arrivo. Stavolta nel mirino ci sono gli affitti brevi. L’idea del governo è quella di aumentare di un quarto la cedolare secca per chi affitta la propria abitazione – a partire dalla seconda – portando l’aliquota dall’attuale 21 al 26%. Un’idea che se confermata, porterà un aumento della tassazione per chi ha messo a reddito un pezzo del proprio patrimonio immobiliare equiparandolo, di fatto, a un albergo.

Affitti brevi e legami lunghi

Critiche piovono dalle associazioni extra-alberghiere, quelle alberghiere che caldeggiano la misura da tempo invece esultano. Un’operazione inattesa e clamorosa per chi, le destre, ha sempre detto di essere dalla parte delle piccole imprese piuttosto che dei grandi gruppi. Come è successo anche con le concessioni balneari si punta a favorire chi ha rendite di posizione consolidate.

Certo, non è mai stato un mistero il fatto che Federalberghi vanta ottimi rapporti con due delle tre forze di governo. Tanto che, come ha rivelato Ilfattoquotidiano.it, c’è un solo partito che l’associazione che rappresenta 27mila alberghi su 33mila ha deciso di finanziare direttamente, ed è Fratelli d’Italia.

Nel 2019 l’associazione capitolina ha versato al partito della Meloni 4mila euro, una cifra simbolica, certo, ma nessun altro partito ha ricevuto analoghi “contributi liberali”. Inoltre, il suo attuale presidente, Bernabò Bocca, era deputato di Forza Italia nella XVII Legislatura. Insomma, le ragioni degli albergatori dalle parti di Chigi sono ben rappresentate.

C’è da dire però che il Carroccio si era sempre opposto a questa misura. Dev’esserci stata una vera e propria svista. Vero è che il titolo e la collocazione (“misure di contrasto all’evasione”) non rendevano agevole capire subito dove andasse a parare, e cioè sul doppio fronte delle entrate fiscali di una manovra dalla coperta corta e dell’aggiramento dei veti come quello di Salvini, cui bastò un tweet per stoppare la riforma degli affitti brevi. E invece eccolo: “Articolo 19: Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”.

Le tensioni nella maggioranza

Al momento non vi è certezza delle cifre, sebbene ne circolino diverse al ministero dell’Economia come a quello del Turismo. Certo è, invece, che questa misura ha creato non pochi malumori. In particolare, per la scelta non condivisa prima con i capigruppo di FdI, Lega e FI.

Di conseguenza ci sarà da discutere, considerando che il leader del Carroccio Matteo Salvini aveva congelato (senza comunicarlo prima agli alleati) il testo di riforma sulle locazioni brevi al quale aveva lavorato la ministra Daniela Santanché, insieme ai parlamentari di Fratelli d’Italia. Il cuore del provvedimento era il vincolo di due giorni per l’affitto breve per beneficiare della cedolare.

“Non possiamo limitare la libertà dei cittadini”, aveva tuonato. Insomma, la spaccatura dietro l’angolo. Basti pensare che a Firenze Forza Italia ha deciso di impugnare al Tar la delibera del Comune ribattezzata “anti-Airbnb” votata due settimane fa dal Pd che vieta a chi domani volesse utilizzare il proprio alloggio come affitto turistico in centro, mentre azzera l’Imu seconda casa ai proprietari che convertono l’uso di residenza temporanea ad affitto lungo.