Stati generali M5S. Il futuro del Movimento si decide in 30 giorni. Crimi indica la data: 7 e 8 novembre. Assemblee locali, poi tutti a Roma

L’accelerazione era nell’aria e alla fine c’è stata. Che sia il frutto di una strategia per anticipare la resa dei conti o respingere le ipotesi di scissione suggerite da Alessandro Di Battista è tutto da vedere. Ma continuare a prendere tempo non era più possibile. Sul blog delle Stelle il reggente Vito Crimi ha così rotto gli indugi e ha annunciato il via libera agli Stati Generali: “In questi anni il M5S ha realizzato grandi cose, le ha fatte mettendo al centro sempre l’interesse dei cittadini e del Paese. Per andare avanti, per realizzare nuovi obiettivi, abbiamo bisogno di riorganizzarci e per farlo lanciamo gli Stati Generali. Oggi partono e si concluderanno il 7 e l’8 novembre a Roma in un grande incontro nazionale”.

Saranno partecipati dal basso – spiega – e sarà un momento di coinvolgimento globale di tutti gli iscritti. Si parte dalle assemblee regionali e provinciali, che saranno convocate dai facilitatori regionali e che stileranno un documento per mettere insieme i temi da porre in primo piano nell’agenda politica del Movimento, “come realizzarli e quindi che organizzazione dobbiamo darci e quali regole servono per raggiungere quegli obiettivi”. Queste assemblee dovranno designare dei rappresentanti che verranno a Roma in un’assemblea che non avrà un potere deliberante “perché l’ultima parola spetta sempre all’assemblea degli iscritti”.

In questa due giorni del 7-8 novembre i rappresentanti incaricati dalle regioni si incontreranno e confronteranno in tavoli di lavoro. Le sintesi dei confronti sfoceranno in un’assemblea, che prevede un dibattito pubblico in streaming a cui potrà intervenire anche chi non è stato designato come rappresentante. Il documento finale sarà sottoposto al voto della rete. L’annuncio arriva dopo giorni di tensioni e botta e risposta infuocati tra l’associazione Rousseau e lo stato maggiore del M5S. E soprattutto a poche ore dal risultato dei ballottaggi nei comuni che ha visto trionfare il modello Pomigliano, ovvero la via di un’alleanza col Pd. Che è poi la strada indicata da Luigi Di Maio (e dal leader dem Nicola Zingaretti) contro la tesi della morte nera prefigurata da Di Battista. E che gli iscritti nel voto di Ferragosto avevano benedetto.

Ma questo come l’avvio degli Stati generali, chiamati a definire la governance del M5S, non servirà – scommettono in molti – a pacificare gli animi tra i governisti e l’ala Casaleggio-Di Battista pronta all’addio. Ma lo strappo è tutto da verificare. Quale portone si aprirebbe per l’ex deputato se decidesse di andar via? Quanti sarebbero disposti a seguirlo? A ogni modo tra Casaleggio e i vertici M5S c’è chi giura che non sia finita qui. “Hai convocato gli Stati Generali, poniamoci l’obiettivo di chiarirci in quel contesto. Evita di entrare a gamba tesa sui tuoi parlamentari e su Davide Casaleggio. Non ha senso e ci sono cose molto più importanti da fare”, dice Barbara Lezzi a Crimi. Lo scontro potrebbe finire in tribunale. La posta è alta: riguarda il blog delle stelle e il simbolo stesso del Movimento. Anche se il presidente dell’associazione Rousseau smentisce di aver detto “li porto tutti in tribunale”.