Stella di David sui prodotti delle colonie d’Israele. Via libera dell’Ue alla tracciabilità delle merci provenienti dagli insediamenti ebraici

Una stella, ma non di merito, sui prodotti provenienti dagli insediamenti ebraici. Eh sì, perché la Commissione europea ha approvato nuove linee guide per garantire la tracciabilità dei prodotti provenienti da quei territori. Una decisione che ha scatenato l’inferno. Per Bruxelles si tratta di una mera decisione “tecnica”, mentre per Israele si tratta di una “inaccettabile decisione politica”. Per il governo israeliano si tratta di una “discriminazione che ostacolerà ulteriormente il processo di pace”. Nel dettaglio le linee guida approvate sono finalizzate ad indicare l’origine delle merci provenienti da tutti i territori occupati da Israele a partire da giugno 1967. Il provvedimento era stato richiesto da ben 16 governi, compreso quello italiano. Fino ad oggi i prodotti provenienti dalle colonie israeliane, illegali per il diritto internazionale, sono stati etichettati come prodotti in Israele. L’obbligo di etichettatura ricade sull’intera filiera: dal produttore all’importatore, fino al dettagliante. I singoli Paesi potranno scegliere la dizione da adottare, ma deve essere indicato chiaramente che il prodotto in questione viene da un “insediamento”.

LA DURA RISPOSTA
“La Ue deve vergognarsi”, ha detto il premier isreliano Benyamin Netanyahu, “L’iniziativa europea mostra un doppio standard e riguarda solo Israele, piuttosto che le altre 200 dispute in tutto il mondo”. Il premier, nel frattempo, ha convocato l’ambasciatore dell’Unione in Israele.