Stipendi d’oro, pensioni e auto blu. La Consulta ci costa 58,5 milioni. Ai 15 magistrati spetta una retribuzione di 360mila euro annui. Tra i benefit pure una foresteria per alloggiare a Roma

Ai 15 magistrati della Consulta spetta una retribuzione di 360mila euro annui. Tra i benefit pure una foresteria per alloggiare a Roma.

Stipendi d’oro, pensioni e auto blu. La Consulta ci costa 58,5 milioni. Ai 15 magistrati spetta una retribuzione di 360mila euro annui. Tra i benefit pure una foresteria per alloggiare a Roma

Il suo ruolo è di primissimo ordine e non è un caso che spesso ne sentiamo parlare. Ogni qualvolta ci sia un dubbio costituzionalmente rilevante su un procedimento o su una norma legislativa, è alla Consulta che si fa riferimento. In ultima istanza, dunque, la Corte costituzionale è depositaria delle nostre leggi fondamentali: sono 15 giudici a decidere se una legge dello Stato o di una Regione sia in linea con la Costituzione oppure no. Nessun dubbio sul suo ruolo prioritario, dunque.

Ma resta una domanda a cui poco spesso si pensa: quanto ci costa quest’organo al cui vertice siedono solo 15 persone? La risposta la si trova nel bilancio previsionale per il 2021 della Consulta (qui i documenti): la bellezza di 58,5 milioni. A tanto ammontano le spese previste per quest’anno, in crescita rispetto all’anno scorso quando si preventivavano uscite per poco più di 55 milioni. Non male considerando il periodo post-pandemico non proprio allegro per buona parte della popolazione italiana.

TOGHE D’ORO. A leggere il bilancio scopriamo innanzitutto che, com’è facilmente immaginabile, la maggior parte degli stanziamenti sono assorbiti dal costo dei magistrati e del personale tutto. Tra retribuzioni e oneri vari i magistrati costituzionali ci costano 7,9 milioni di euro. E non c’è da sorprendersi. Come si legge nella nota al bilancio, nonostante la legge fissi l’ammontare massimo per l’amministrazione pubblica a 240mila euro, i 15 della Consulta fanno eccezione: “Dal 1° maggio 2014 la retribuzione è pari a 360.000,00 euro lordi annui per ciascun giudice, la retribuzione netta si differenzia in relazione alle diverse aliquote fiscali applicate a livello locale (addizionale regionale e comunale) e corrisponde a un netto medio annuo di 169.384,73 euro.

La retribuzione mensile media è di 13.029,59 euro, per 13 mensilità”. E il presidente Giancarlo Coraggio (nella foto)? a lui spetta un’ulteriore esclusiva e cioè “un’indennità di rappresentanza di 1/5 della retribuzione, cioè 72mila euro lordi annui, pari a 41.040,00 euro netti all’anno (3.156,92 euro al mese per 13 mensilità)”. Mica male. C’è, poi, il costo del personale: 29,3 milioni di euro. Oltre a retribuzioni e oneri vari (circa 21 milioni) spuntano qua e là altre voci curiose: dai buoni pasto (344mila euro) alla “formazione e aggiornamento del personale” (68mila euro) fino alla “fornitura uniformi di servizio” (altri 48mila euro).

MEGA-PENSIONI. Una delle voci più curiose, però, è senz’altro quella relativa alle pensioni, in costante crescita: nel 2021 i pensionati “gestiti” dalla Corte, come emerge ancora dalla nota tecnica del bilancio, sono “25 ex giudici e 12 loro superstiti, 158 ex dipendenti e 84 loro superstiti, per un totale di 279 posizioni, 7 in più rispetto alle 272 del 2020”. E questo, ovviamente, “ha comportato un aumento della spesa per le pensioni” che, per l’anno in corso, supera quota 15 milioni di euro.

QUANTI PRIVILEGI. Finita qui? Certo che no. Non bisogna dimenticare, infatti, che a ciascun giudice, per la durata del mandato, “è assegnato un cellulare, un pc portatile e un’autovettura”. Come se non bastasse, la Consulta “sostiene i costi di viaggio dei giudici residenti fuori Roma nonché, per tutti i giudici, le spese di viaggio fuori sede relative agli impegni in rappresentanza della Corte”. E se qualcuno abita fuori Roma? Niente paura: “A ciascun giudice costituzionale è assegnata una piccola foresteria (monolocale o bilocale)”. Tanto per stare comodi.

Dall’archivio: Combattere l’omofobia è un dovere. La Consulta striglia il Parlamento. Il presidente Coraggio: l’Italia è rimasta indietro. E sul tema il legislatore non può perdere altro tempo.