La Manovra introduce una tassazione più bassa per gli incrementi retributivi derivanti dal rinnovo dei contratti collettivi di settore. L’aliquota scende al 5%: tradotto gli stipendi diventano più alti, ma non per tutti. La detassazione degli incrementi riguarda i contratti rinnovati nel 2025 e nel 2026 con diversi paletti, a partire dal limite di reddito (28mila euro).
La scelta del governo è stata quella di adeguare i salari al costo della vita incentivando i rinnovi contrattuali, che spesso arrivano in netto ritardo rispetto alla loro scadenza. Gli aumenti riguardano il settore privato andando a sostituire l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le addizionali regionali e comunali con una tassazione al 5%. Ma quanto si guadagnerà in busta paga? Secondo alcuni calcoli del Sole 24 Ore si arriverà fino a circa 500 euro in più sullo stipendio, almeno per i lavoratori del settore chimico o della piccola industria edile.
Stipendi più alti: per chi? Tutti i requisiti
La Manovra specifica che per accedere all’aliquota agevolata bisogna rientrare in alcuni requisiti, eccoli:
- I contratti del settore di riferimento devono essere rinnovati tra il 2025 e il 2026;
- Il lavoratore dipendente deve avere un reddito non superiore ai 28mila euro nel 2026;
- Possono accedere solamente i lavoratori subordinati privati, escludendo quelli del settore pubblico.
Tra le categorie che dovrebbero rientrare in questo beneficio ci saranno diversi lavoratori che sono in attesa del rinnovo del contratto nei prossimi mesi, come nel caso del comparto metalmeccanico o quello delle telecomunicazioni.
A quanto ammonta l’aumento in busta paga?
Secondo le proiezioni del Sole 24 Ore, riguardanti alcuni settori in cui il contratto è già stato rinnovato, l’importo aggiuntivo in busta paga può raggiungere i 500 euro. Due sono gli esempi presi in considerazione: il primo è quello della chimica, con un confronto che riguarda il livello E1, ovvero i redditi sotto i 28mila euro. Gli incrementi mensili previsti dal rinnovo corrispondono a 101 euro dal luglio 2025, ulteriori 20 euro da dicembre 2025 e poi altri 60 euro da luglio 2026.
In totale si arriva a incrementi in busta paga da 1.625 euro. Il vantaggio fiscale grazie alla misura introdotta dal governo porterà stipendi più alti per questo settore di circa 474 euro l’anno. Simile il discorso per la piccola industria edile: nel 2026 è previsto un aumento complessivo di 1.960 euro. Che vuol dire, seguendo lo stesso schema, un vantaggio netto di 491 euro l’anno.