Stoltenberg vola a Roma per tirare le orecchie alla Meloni. Per la Nato, l’Italia deve arrivare al 2% del Pil in armamenti il prima possibile

Stoltenberg vola a Roma per tirare le orecchie alla Meloni. Per la Nato, l'Italia deve arrivare al 2% del Pil in armamenti il prima possibile

Stoltenberg vola a Roma per tirare le orecchie alla Meloni. Per la Nato, l’Italia deve arrivare al 2% del Pil in armamenti il prima possibile

Dalla polveriera mediorientale alla crisi in Ucraina, passando per la richiesta di raggiungere il prima possibile la soglia del 2 per cento del Pil in armamenti. Saranno questi i punti all’ordine del giorno dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi, tra la premier Giorgia Meloni e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Un appuntamento delicato in cui il Presidente del Consiglio ribadirà l’impegno di Roma per una de-escalation in Medio Oriente e il pieno supporto italiano alla causa ucraina, anticipando il nono pacchetto di aiuti militari destinati all’esercito di Volodymyr Zelensky, che includerà i sistemi antiaerei SAMP-T richiesti da Kiev. La presenza di questo vitale sistema di difesa potrebbe aiutare Meloni a resistere al pressing della Nato, che chiede all’Italia di aumentare la spesa in armamenti al 2% del Pil.

Stoltenberg vola a Roma per tirare le orecchie alla Meloni

Un impegno che per l’Alleanza Atlantica, preoccupata per la possibile sconfitta ucraina e per un possibile coinvolgimento occidentale nel conflitto con la Russia di Vladimir Putin, diventa sempre più vitale e, quindi, non può essere rimandato a data da destinarsi.

Del resto, non è un caso che Stoltenberg, dopo due anni di assenza, sia tornato in Italia perché, dati alla mano, il nostro Paese con una spesa che si assesta a poco meno dell’1,5 per cento, è letteralmente il fanalino di coda dell’alleanza, visto che la Polonia è arrivata al 4 per cento, gli Usa al 3 per cento, il Regno Unito al 2,5 per cento mentre Francia e Germania sono al 2 per cento.