Stop ai bandi per le spiagge di Roma. I clan di Ostia si fregano le mani. Gualtieri azzera il lavoro della Raggi per la legalità. Ira M5S: esposto in Procura e alla Corte dei Conti

Dopo due anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa e il grande lavoro della giunta Raggi a Ostia è già partita la restaurazione.

Stop ai bandi per le spiagge di Roma. I clan di Ostia si fregano le mani. Gualtieri azzera il lavoro della Raggi per la legalità. Ira M5S: esposto in Procura e alla Corte dei Conti

Dopo due anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa e il grande lavoro dell’allora giunta M5S, a Ostia è già partita la restaurazione. Questo almeno è quanto traspare dalla decisione del X Municipio a trazione Pd che ha sospeso i bandi per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime di stabilimenti e chioschi del litorale romano. Si tratta del provvedimento disposto dall’ex sindaca Virginia Raggi che, come da norme vigenti e su input dell’allora commissario, aveva messo al bando le concessioni già scadute (leggi l’articolo).

Per non lasciare nulla al caso, la Raggi si era anche tutelata chiedendo un parere all’avvocatura che aveva confermato la necessità di ricorrere ai bandi. Nuove assegnazioni che, contrariamente a quanto si possa credere, non si erano affatto arenate anzi il 9 novembre scorso era stata pubblicata la relativa graduatoria. Lo stesso giorno, però, usciva anche la sentenza del Consiglio di Stato che ha prorogato le concessioni balneari fino – e non oltre – al dicembre 2023 “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”.

Proprio sulla base di questo verdetto, l’Amministrazione guidata da Roberto Gualtieri ha deciso di sospendere le assegnazioni e lasciare tutto com’è. Peccato che questa mossa sia fortemente avversata dai 5 Stelle che fanno notare che i bandi riguardavano concessioni già scadute mentre la sentenza del Consiglio di Stato fa riferimento alle “concessioni in essere”. Non solo. Per i pentastellati è surreale anche il fatto che il Campidoglio ha richiesto un nuovo parere all’Avvocatura visto che, agli atti, c’è già quello che spiegava che i bandi oltre che corretti erano assolutamente necessari. Tra i più critici c’è il consigliere M5S, Paolo Ferrara, secondo cui “il Pd ad Ostia è ancora infetto” e ha già “legato mani e piedi al Presidente del Municipio”.

Sorprendentemente, spiega il pentastellato, “la giunta di Ostia non ha ancora cominciato i lavori che ha già trovato il tempo per fermare i bandi delle concessioni degli stabilimenti balneari che noi avevamo avviato”, con un “primo atto” che “è un regalo alla lobby delle spiagge del litorale”. Evidentemente, continua Ferrara, “le audizioni in Commissione Parlamentare Antimafia dei Prefetti, gli arresti e i processi non sono serviti a capire gli errori del passato del Pd di Ostia” e della “Regione Lazio che ha inserito nella legge, alcuni mesi fa e con un voto all’unanimità, gli indirizzi ammazza legalità”.

Proprio per questo il consigliere 5S di Roma, da sempre attento alle vicende del litorale, fa sapere che intende depositare un esposto in Procura della Repubblica, presso la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza e che intende portare la questione anche davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia “per cercare di avere giustizia e mandare all’inferno questi nemici del popolo”.

DELEGHE AL LITORALE. Come se non bastasse, già pochi giorni dopo le elezioni nel litorale la maggioranza è entrata in fibrillazione. Scontri continui che hanno convinto il sindaco Gualtieri a scendere in campo personalmente per ricomporre lo strappo, incontrando i consiglieri ribelli e il minisindaco Mario Falconi. Un incontro che, stando a quanto trapela, è culminato con la decisione – concordata tra le parti – di ridare al primo cittadino della capitale le deleghe al litorale. Può sembrare una questione di poco conto ma così non è perché il risultato di questa mossa è che Ostia, da un giorno all’altro, vede erosa parte della propria autonomia.