Strada in salita per il Ddl Zan. Domani doppio appuntamento al Senato. La norma contro l’omotransfobia rischia di essere affossata

Il ddl Zan domani sarà oggetto di una riunione dei capigruppo del Senato e poi del voto dell'Aula sulla calendarizzazione.

Strada in salita per il Ddl Zan. Domani doppio appuntamento al Senato. La norma contro l’omotransfobia rischia di essere affossata

“Stanno cercando di affossare la legge contro i crimini d’odio. Dobbiamo reagire, insieme”. E’ quanto ha scritto sulla sua pagina Facebook, annunciando una diretta social nel pomeriggio alle 15,30, il deputato Pd, Alessandro Zan a proposito del ddl contro l’omotransfobia che porta la sua firma. Il ddl Zan, dopo il via libera alla Camera nel novembre scorso (qui il testo), approderà domani al Senato. Il ddl prima sarà oggetto di una riunione dei capigruppo (alle 11), in cerca di un accordo sul testo, fermo da settimane in Commissione Giustizia, e poi dell’Aula (alle 16.30) votare sulla calendarizzazione della norma, secondo quando deciso nei giorni scorsi con l’accordo di arrivare in Aula il 13 luglio.

Ma la strada verso l’approvazione definitiva del ddl Zan è tutt’altro che spianata. Oggi il leader della Lega, Matteo Salvini, ha proposto di nuovo di modificare il testo, con un appello ai partiti: “Ho fatto una proposta a Letta e tutti i partiti. Troviamoci entro domani sul ddl Zan. Togliamo quelli che anche secondo il Santo Padre e la Santa Sede sono passaggi critici, quindi togliamo le scuole, i bimbi la cui educazione spetta a mamma e papà. I reati di opinione, le censure, e concentriamoci invece sulle punizioni di chi abusa o aggredisce due ragazzi o due ragazze che hanno tutto il diritto di amarsi. Spero che Letta e il Pd non insistano sulla loro strada solitaria perché rischiano di affossare totalmente e definitivamente la legge”.

Leggi anche: Ddl Zan, Renzi: “Siamo gli unici a volerlo salvare. Meglio un compromesso che nessuna legge. Chi vuole una legge trova i numeri, chi vuole affossarla trova un alibi”.

Nel frattempo l’ex maggioranza giallorossa ha registrato anche la frenata di Italia Viva, che anche oggi, per bocca del suo leader Matteo Renzi (leggi l’articolo), ribadisce la necessità di modificare il testo della legge Zan: “Noi siamo a favore della Zan. Ma se al Senato non ci sono i numeri – ha detto ancora l’ex premier – preferisco fare una buona legge modificando qualcosa. In Italia, come noto, c’è ancora il bicameralismo: finché non cambia la Costituzione, il voto del Senato serve. Se poi vogliamo abolire il bicameralismo, io sono favorevole da sempre”.

Intanto Pd, M5S e Leu accusano Italia viva di fare il gioco delle destre. “Renzi – ha detto senatrice M5S della Commissione Giustizia, Alessandra Maiorino – se vuole davvero salvare il ddl Zan, come dice, non deve fare altro che dire ai senatori di Iv di votarlo. Renzi ha un disperato bisogno di accreditarsi agli occhi delle forze di destra, e in dono deve portargli i diritti civili”. Anche Monica Cirinnà (Pd) attacca i renziani: “Un partitino che ha il 2% ha solo due opzioni: o guardare all’area a lui limitrofa, quella centrodestra oppure buttarsi dal Ponte d’Ariccia. Questo di Renzi è un suicidio politico, la sua posizione sta facendo scivolare l’Italia verso l’Ungheria di Orban”. Non risparmiando però di ricordare come Renzi stia facendo la stessa mossa del M5S sulle unioni civili “quando erano d’accordo, ma poi in parlamento non le votarono”.