Strage in Gallura, svolta nell’inchiesta

dalla Redazione

C’è una svolta nelle indagini sul triplice omicidio di Tempio Pausania, madre, padre e figlio di 12 anni uccisi brutalmente: i carabinieri hanno fermato una persona dopo un interrogatorio durato tutta la notte. È un artigiano 35enne amico di famiglia. A quanto pare aveva forti legami con Giovanni Maria Azzena e la moglie Giulia Zanzani, si conoscevano bene.  Secondo alcune indiscrezioni, ancora non confermate, l’uomo stava eseguendo dei lavori all’interno dell’abitazione della famiglia Azzena e forse proprio per questa ragione era in possesso delle chiavi.

Il 35enne, a quanto pare, è stato inquadrato dal sistema di videosorveglianza di alcune attività commerciali vicine all’abitazione. Proprio per questa ragione le indagini si sono subito concentrate su di lui. Durante un lunghissimo interrogatorio in caserma avrebbe rilasciato dichiarazioni contraddittorie sulla sua presenza nella casa. L’orario in cui avrebbe detto di aver lasciato l’appartamento al primo piano non sarebbe lo stesso riportato dalle riprese delle telecamere.

Il ruolo dei sistemi di videosorveglianza potrebbe rivelarsi molto importante per le indagini. L’Unione Sarda parla di un commando di assassini che sarebbe stato ripreso da un video che ora è al vaglio degli inquirenti. Si tratterebbe di tre uomini ben vestiti – ha riportato il quotidiano  – e mentre uno è rimasto sulla strada gli altri due sono entrati nell’abitazione della famiglia Azzena dove marito e moglie sono stati prima picchiati e poi uccisi. Mentre il figlio di 12 anni non avrebbe segni di ecchimosi ma solo di strangolamento. Le immagini, secondo quando anticipato dal quotidiano, mostrano un uomo uscire da casa ed entrare nel negozio, presumibilmente con le chiavi prese al proprietario, e poi tornare indietro con una busta, forse del materiale o documenti.

I militari sono alla ricerca di un movente, nessuna ipotesi viene scartata, ma al momento la pista più accreditata sembra essere quella legata ad una vendetta nel mondo degli usurai o delle loro vittime. Nel 2008, infatti, Giovanni Maria Azzena venne arrestato insieme ad altre due persone, Osvaldo Premuselli, assicuratore di Tempio, e Piero Dati, imprenditore napoletano, nell’ambito di un’inchiesta su una serie di prestiti a strozzo, con tassi di interesse dal 50 al 200 per cento, sfociata in un processo che è tutt’ora in corso. Nonostante in paese Azzena sia descritto come una persona gioviale e serena, sempre sorridente, dalle indagini dell’epoca era emersa un’altra lettura del suo carattere. Da una intercettazione telefonica, in particolare – riproposta da L’Unione Sarda – si trae l’immagine di un uomo duro con i deboli, i poveracci a cui avrebbe prestato i soldi con interessi vorticosi. “Io sono buono ma divento molto cattivo, molto cattivo hai capito, io so che sei venuto a domandarmi i soldi piangendo e te li ho dati”, questa la registrazione della chiamata. I carabinieri stanno ora lavorando sul fronte dei commercianti che si sarebbero rivolti a lui per i prestiti, vittime dell’epoca che probabilmente saranno sentite dagli inquirenti nelle prossime ore.