Studenti, lavoratori, turisti. Cari expat, ecco cosa cambia per voi con l’addio dell’Inghilterra all’Europa

Non parliamo di numeri trascurabili: sono mezzo milione gli italiani che vivono a Londra e nel resto dell'Inghilterra. Ecco cosa cambia per gli expat.

Non parliamo di numeri trascurabili: sono mezzo milione gli italiani che vivono a Londra e nel resto dell’Inghilterra. La più grande comunità di nostri connazionali all’estero. Doveroso allora chiedersi cosa cambierà per tutti costoro – lavoratori, studenti o semplicemente turisti – dal momento in cui il passaporto dell’Unione Europea, che consente libertà di movimento e di lavoro nei Paesi membri, non varrà più in Gran Bretagna.

Innanzitutto è doveroso precisare, come La Notizia ha già spiegato, che il passaggio non sarà immediato, ma ci vorranno – se tutto va bene – perlomeno due anni dall’uscita ufficiale dell’Inghilterra dall’Europa. Fino ad allora, sarà membro a tutti gli effetti. È bene, però, sapere in tempo debito come muoversi.

Cominciamo con quelli che già vivono in Gran Bretagna. Chi paga le tasse da più di 5 anni in Gran Bretagna può richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza. Molti lo hanno già fatto, prendendo la doppia cittadinanza, britannica oltre che italiana, come consente la legge.

Chi invece non intende restare per sempre, o comunque non ha fatto piani precisi per il domani, potrà probabilmente ottenere un visto di lavoro, da rinnovare ogni due-tre o anche cinque anni, presentando una richiesta da parte del proprio datore di lavoro. Esattamente come si fa, per esempio, per lavorare negli Stati Uniti.

Quelli che non ci sono ancora. Per chi vuole emigrare nel Regno Unito, in futuro, le cose saranno più complicate. Tanti ragazzi italiani non potranno più venire a Londra, trovare una sistemazione provvisoria e mettersi a cercare un lavoro. Il lavoro bisognerà cercarlo e ottenerlo prima di partire.

Passiamo ai turisti. In questo caso non cambierà assolutamente nulla. In vacanza a Londra si continuerà a venire. Sarebbe assurdo che la Gran Bretagna richieda un visto turistico, anche perché altrimenti pure gli inglesi avrebbero bisogno di un visto per andare in vacanza all’estero, a cominciare dall’Italia. Dunque, tutto come prima. Anzi meglio, in questo caso. È probabile che anche i prezzi siano più vantaggiosi, con un cambio euro-sterlina – almeno nei primi tempi – conveniente.

Passiamo, ora, agli studenti. I ragazzi universitari potranno ottenere un visto di studio. Ma non potranno più ottenere il prestito che al momento è esteso a tutti gli europei, in grado di coprire interamente le 9 mila sterline annue di retta universitaria, da restituire solo dopo la laurea, a rate e soltanto se si ha un lavoro. Insomma, fare l’università a Londra, per un italiano, diventerà ancora più caro.