Sud sempre più distante dal Nord. In ulteriore aumento le diseguaglianze

Lavoro, crescita economica e riduzione delle disuguaglianze: il divario tra Nord e Sud d’Italia continua ad ampliarsi.

Sud sempre più distante dal Nord. In ulteriore aumento le diseguaglianze

Lavoro, crescita economica e riduzione delle disuguaglianze: il divario tra Nord e Sud d’Italia continua ad ampliarsi.

In ulteriore aumento le diseguaglianze. Le emergenze sono povertà e bassa istruzione

Se il Paese migliora in informatica e telecomunicazioni ed energia pulita, risulta ancora deficitario in istruzione, clima e sostenibilità delle città. Lo rileva Istat nel suo Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Le Regioni e Province autonome in Italia che hanno conseguito la miglior performance negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono la Valle d’Aosta, Trento e Bolzano. Quasi i due terzi delle migliori performance sono al Nord. Le regioni più distanti dalla situazione più favorevole sono per lo più meridionali.

Gli obiettivi dove le performance sono più omogenee fra Nord e Sud sono Salute e Consumo e produzione responsabili. La riduzione delle disuguaglianze e il lavoro e crescita economica sono quelli dove i differenziali tra le regioni sono più ampi. Migliorano gli indicatori sull’uso della Tecnologia dell’informazione e della comunicazione, in forte incremento durante la fase pandemica, e la gestione dei rifiuti.

Nei due obiettivi Acqua e Infrastrutture si registra invece il numero più alto di indicatori in peggioramento. Rispetto ai 10 anni precedenti, il 59,9% delle misure è in miglioramento, mentre il 16,7% resta stazionario e il 23,4% segnala un peggioramento. La percentuale di misure con variazione positiva è elevata per i goal energia pulita, parità di genere, fame zero, mentre nei goal città e comunità sostenibili, cambiamento climatico, istruzione e povertà si registra il livello più elevato di misure in peggioramento.

L’Italia occupa la seconda posizione in Europa (38,8%) dopo la Francia (45,3%) per presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei ruoli di alta dirigenza delle società quotate in Borsa.