In Sudan la guerra civile continua a colpire i più indifesi. Secondo l’allarme lanciato da Save the Children, una vittima su cinque è un bambino. Solo nel mese di ottobre, almeno 17 minori sono stati uccisi e altri 22 feriti a El Fasher, città del Darfur settentrionale assediata da 18 mesi.
I dati arrivano dal Sudan Doctor’s Network, gruppo di professionisti che monitora le violenze nel Paese: in totale, nel mese di ottobre, si contano almeno 115 civili uccisi e oltre 100 feriti nel corso di sei attacchi alla città. Tutte le vittime minorenni hanno perso la vita durante il bombardamento dell’11 ottobre contro il centro per sfollati di Dar al-Arqam, dove nove bambine e otto bambini – tra cui un neonato di appena sette giorni – sono rimasti intrappolati tra le fiamme che hanno distrutto le roulotte in cui vivevano.
Sudan, l’allarme di Save the Children: una vittima su cinque è un bambino
Circa 130mila bambini si trovano ancora bloccati a El Fasher, in condizioni disperate: soffrono la fame, la mancanza d’acqua e l’assenza di cure mediche. “Nessun bambino dovrebbe essere ucciso o ferito in un conflitto – ha dichiarato Abdiladif Mohamed, direttore di Save the Children in Sudan –. Gli attacchi ai luoghi in cui i minori dovrebbero sentirsi al sicuro sono ingiustificabili”.
L’organizzazione denuncia che scuole, ospedali e centri di accoglienza vengono colpiti ripetutamente, aggravando una crisi che ha già portato alcune zone del Darfur sull’orlo della carestia. Le operazioni umanitarie sono rese quasi impossibili dall’assedio e dalle restrizioni ai movimenti, mentre la carenza di cibo e medicinali aumenta di giorno in giorno.
“È urgente – conclude Save the Children – potenziare l’assistenza sanitaria e nutrizionale e garantire accesso agli aiuti. Senza un intervento immediato, la fame e la violenza continueranno a uccidere i bambini del Sudan nell’indifferenza generale”.