“Sono stati loro a contattarci per chiedere di fare approfondimenti su alcuni indicatori. Gli abbiamo dato alcune informazioni assieme alla Fondazione Kessler. La Regione Lombardia il 20 ha poi caricato i suoi dati sul database dell’Istituto come ogni mercoledì. Venerdì mattina, l’altroieri, hanno scritto una mail al ministero e all’Istituto per chiedere di ricalcolare l’Rt della settimana precedente, la numero 35 del monitoraggio, con i dati di questa, la 36. Ripeto: il ricalcolo ce lo ha chiesto la Regione Lombardia”. E’ quanto ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, membro della Cabina di regia e del Cts, Silvio Brusaferro, a proposito dell’errata valutazione dell’andamento dell’epidemia in Lombardia.
“Il sistema funziona allo stesso modo da 36 settimane per tutta Italia. Le variabili – ha aggiunto il numero uno dell’Iss – su cui si basa e il metodo di calcolo sono trasparenti. Nei primi giorni non abbiamo avuto contestazioni e queste polemiche sono inaccettabili: il nostro è un lavoro scientifico al servizio del Paese. Tutte le Regioni hanno avuto oltre al metodo per calcolarlo anche un software per fare le proprie verifiche. È tutto condiviso. Si tratta di un meccanismo trasparente, noto e standardizzato a livello internazionale: è rintracciabile da ognuno sul sito dell’Istituto”.
“Relativamente a quanto dichiarato questa mattina (ieri mattina, ndr) dal presidente Fontana -ha precisato in una nota l’Iss – sull’algoritmo utilizzato per il calcolo dell’Rt nel monitoraggio dell’epidemia Covid-19 l’Istituto Superiore di Sanità precisa che: L’algoritmo utilizzato dall’Istituto Superiore di Sanità è corretto, da aprile non è mai cambiato ed è uguale per tutte le Regioni che lo hanno utilizzato finora senza alcun problema”.
“Questo algoritmo e le modalità di calcolo dell’Rt – scrive ancora lo stesso Istituto – sono state spiegate in dettaglio a tutti i referenti regionali perché lo potessero calcolare e potessero verificare da soli le stime che noi produciamo, ed è perciò accessibile a tutti. Il dato è circolato ogni settimana con anticipo alle regioni che lo ricevono con richiesta di verifica e validazione con un criterio esplicito di silenzio assenso. La Regione Lombardia non ha finora mai contestato questa stima”.
“La Lombardia – spiega ancora l’Istituto -, ha segnalato dall’inizio dell’epidemia nell’ultimo periodo, una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici, in accordo con la procedura sopra descritta. Questa anomalia è stata segnalata più volte dall’ISS alla regione Lombardia. Inoltre nell’ultimo periodo ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato. Questi casi sono stati quindi esclusi, dopo qualche settimana dalla prima segnalazione, dal numero dei sintomatici, in quanto presentavano un dato incongruente, sempre in accordo con la procedura sopra descritta”.
“La combinazione di queste due criticità – concludono dall’Iss – ha determinato una sovrastima recente del numero dei sintomatici che veniva corretta nelle settimane precedenti. La conseguenza è stata un aumento non congruo della differenza tra il numero di casi sintomatici documentati nella settimana di stima rispetto alla settimana precedente, che a sua volta ha determinato solo in Lombardia e solo nelle stime di queste settimane una sovra-stima di Rt. Solo a seguito della rettifica del dato relativo alla data inizio sintomi e dello stato clinico dei casi già segnalati, avvenuta con il caricamento dati del 20 gennaio, con una corretta identificazione dei casi asintomatici da parte della Regione Lombardia, su loro richiesta, sono state ricalcolate le stime di Rt realizzate la settimana precedente”.