Sul premierato Calenda si smentisce da solo

Da sempre favorevole al premierato, ora il leader di Azione, Carlo Calenda, definisce la riforma dannosa.

Sul premierato Calenda si smentisce da solo

Dopo la rottura con Matteo Renzi, per Carlo Calenda è tempo di riposizionarsi politicamente. Un’operazione che il leader di Azione sta portando avanti a ogni costo, arrivando perfino a rimangiarsi la parola data come sta accadendo in queste ore sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio che prima chiedeva all’unisono con il suo ex alleato Renzi, neanche fosse il problema più urgente da affrontare, mentre ora – con un video su Facebook del 27 agosto – la bolla come una riforma “sbagliata nel merito e nel metodo”.

Da sempre favorevole al premierato, ora il leader di Azione, Carlo Calenda, definisce la riforma dannosa

Questo perché, spiega lo stesso giorno al Corriere della Sera, “l’elezione diretta del premier non c’è in nessun Paese. E c’è una ragione precisa: se eleggi il premier direttamente, di conseguenza depotenzi il presidente della Repubblica”. Peccato che Calenda non molto tempo fa, come sottolinea Openpolis, non sembrava pensarla in questo modo al punto da aver inserito il premierato all’interno del programma “presentato da Azione e Italia Viva prima delle elezioni del 25 settembre 2022” e in cui si proponeva “l’elezione diretta da parte dei cittadini del presidente del Consiglio sul modello dei sindaci delle città più grandi”.

Il punto, come verificato da La Notizia consultando il sito di Azione, si trova a pagina 64 del programma, nel paragrafo 3 intitolato “Sindaco d’Italia” in cui si legge: “Proponiamo l’elezione diretta da parte dei cittadini del Presidente del Consiglio sul modello dei sindaci delle più grandi città. La riforma del cosiddetto ‘Sindaco d’Italia’ si accompagna peraltro ad una necessaria riforma del sistema elettorale”.