Libia, il Governo è confuso. Ora Renzi frena l’azione militare. Italia mai così in pericolo come in questo momento

Matteo Renzi ci ripensa sulla Libia e sull’intervento militare. E sconfessa anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che aveva annunciato l’intervento con 5 mila militari.  “Non è il momento per un intervento militare”, spiega Renzi,  “Bisogna aspettare l’Onu. Prudenza e attenzione: non si passi dall’indifferenza all’isteria o a reazioni irragionevoli”. L’eurodeputata renziana Simona Bonafè oggi al Corriere della Sera, ha rilasciato un’intervista dal titolo: “Intervenire o no? Nessuna alternativa all’uso della forza, ma sotto l’egida dell’Onu”. “In Libia non c’e’ un’invasione dello Stato islamico”, dice Renzi, “ma alcune milizie che combattevano lì hanno iniziato a fare riferimento allo Stato islamico anche per la capillare opera di comunicazione e persuasione che l’Isis svolge”.  Il premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, chiede all’Occidente di sferrare un’offensiva aerea per stanare i jihadisti che controllano Tripoli, “altrimenti -avverte- la minaccia dilagherà nei Paesi europei e specialmente in Italia”.

E l’Italia non sarebbe mai stata così in pericolo come ora. Da un dossier pubblicato oggi sul Corriere della Sera, emerge che i servizi segreti italiani ammettono che “mai il nostro Paese è stato così esposto”. Da quanto si legge è attraverso le decine di migliaia di disperati, che ogni giorno sfidano il Mare Mediterraneo per raggiungere l’Italia, che lo Stato islamico conta di infiltrare sanguinari tagliagole in tutta Europa. Sul Corriere della Sera si legge che “Le ultime stime parlano di 600mila stranieri presenti in Libia, 200mila già sistemati in cinque campi di raccolta e pronti a imbarcarsima parlano soprattutto di circa 7mila combattenti di Ansar Al Sharia che hanno aderito all’appello del Califfo e stanno marciando per conquistare il Paese”.