Svendite di Stato, Letta lancia il piano privatizzazioni. Operazione che vale tra i 10 e 12 miliardi. Così si prova a convincere l’Ue

Letta lancia l’operazione dismissioni che secondo le stime dovrebbe valere tra i 10 e i 12 miliardi di cui la metà andrebbe a ridurre il debito nel 2014 e il resto a ricapitalizzazione della Cdp. Le cessioni in programma da parte del governo vedono ”soggetti di non controllo come Stm, Fincantieri, Cdp Reti, Grandi stazioni”, ha spiegato il premier, “abbiamo deciso di intervenire nelle partecipazioni dirette e indirette con la cessione di quote non di controllo, tranne il caso della Sace, per la quale la presenza privata, come per le consorelle europee, sarà maggiore”.

Tra le cessioni decise in consiglio dei ministri c’è anche una operazione di buyback che riguarda Eni che comporterà la cessione di un 3%, senza che questo comporti l’andare sotto il 30%”. Oltre a Eni sono queste le società che vedranno la dismissione di partecipazioni di parte pubblica: Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs). Con questa operazione si mira anche a ottenere maggiore flessibilità da parte dell’Unione europea e a ridurre le tasse sul lavoro.

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha spiegato che le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni. Prevista la cessione del 40% per Enav e Fincantieri.

“Non si può procedere a svendite delle partecipazioni pubbliche che servano solo a fare cassa immediata, creando un danno per le future generazioni e i conti pubblici dei prossimi anni. Serve un dibattito aperto e approfondito in parlamento”. E’ quanto dichiarano i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno.

Sul capitolo casa, invece, si prospetta un rinvio a martedì per l’approvazione del decreto legge con disposizioni urgenti in materia di Imu che prevede lo stop della seconda rata, all’esame del Consiglio dei ministri in corso a palazzo Chigi. Tra i nodi ancora da sciogliere la cancellazione della seconda rata anche su terreni agricoli e fabbricati rurali (che vale 400 milioni) chiesta dal ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo. Si tratta, viene spiegato, di un rinvio “tecnico”. Il decreto sulla sospensione della seconda rata dell’Imu infatti è legato a quello che prevede la revisione delle quote di Bankitalia e per approvare questo provvedimento è necessaria una lettera della Bce, il cui arrivo è atteso per martedì.