Svezia, quell’odio razziale dietro l’attacco a scuola. I testimoni: il carnefice ha setacciato le classi in cerca di ragazzi stranieri

Era spinto da motivazioni razziali il giovane che due giorni fa è entrato in una scuola in Svezia, mascherato e armato di spada, uccidendo un insegnante e uno studente prima di essere fermato dalla polizia, ferito gravemente, e di morire poi in ospedale. È la polizia a sostenere che quello che è successo a Trollhättan, città industriale di circa 50.000 persone nella Svezia occidentale, si può classificare come un “crimine d’odio”.

I RACCONTI
Un’ipotesi sostenuta da quanto gli inquirenti hanno trovato a casa del 21enne che ha aggredito alunni e docenti della scuola e dal fatto che – questo raccontano i testimoni – abbia scelto le sue vittime basandosi sul colore della pelle. Quasi quarantamila persone hanno ottenuto asilo in Svezia nel 2014 e quest’anno le autorità si aspettano circa 190.000 domande. La Svezia è uno dei principali Paesi di destinazione per i profughi che arrivano in Europa, per via di un sistema di welfare molto generoso. L’identità del giovane che ha colpito quattro persone non è stata resa pubblica, come quella delle vittime.

LA PERQUISIZIONE
Nell’appartamento dell’aggressore gli investigatori hanno trovato una sorta di biglietto d’addio, in una macchina parcheggiata non lontano da scuola il fodero della spada utilizzata nell’aggressione. Il premier Stefan Lofven ha definito l’attacco come un “giorno buio per la Svezia” e “uno dei più gravi incidenti” nella storia del Paese.