Tanto tricolore nel mondo. Per portare pace e solidarietà. L’Italia impegnata in 41 missioni con 8.600 militari. In Africa siamo presenti in 8 Stati, dalla Libia alla Nigeria

Tanto tricolore nel mondo. Per portare pace e solidarietà. L’Italia impegnata in 41 missioni con 8.600 militari. In Africa siamo presenti in 8 Stati, dalla Libia alla Nigeria

Monusco. Questa la sigla della missione Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo nell’ambito della quale, in occasione di una visita ai programmi di alimentazione scolastica promossi a Rutshuru dal WFP, una delle attività promosse per combattere la fame e la malnutrizione infantile, ieri hanno perso la vita l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci.

Uno degli innumerevoli impegni umanitari dell’Italia, a cui si aggiungono le 36 missioni internazionali di pace in cui è coinvolto il nostro Paese, cinque delle quali proprio sotto l’egida delle Nazioni Unite. Un attentato compiuto nel parco Nazionale dei Vulcani Virunga, dove negli ultimi 20 anni sono stati uccisi anche quasi 200 ranger. Un dramma consumatosi in un Paese dove operano 37 ONG italiane.

SENZA RISPARMIO Attualmente l’Italia, proprio in Africa, è parte della missione Onu “Minusma”, per sostenere il processo politico di transizione e aiutare la stabilizzazione del Mali. E sempre in Mali è impegnata nella missione europea di assistenza militare denominata “European Union Training Mission- Mali”, con compiti di addestramento, formazione e supporto logistico alle forze armate governative dello Stato africano, e in “Eucap Sahel-Mali”, per supportare le forze di sicurezza maliane, fornendo consiglio strategico ed addestramento per Polizia, Gendarmerie e Guardia Nazionale.

Sempre con l’Onu, italiani in prima linea inoltre nell’operazione “Minurso” nel Sahara Occidentale, disposta dopo le “proposte di accordo” accettate il 30 agosto 1988 dal Marocco e dal Fronte Polisario. In Somalia, invece, il nostro Paese fa parte delle missioni europee “Atalanta”, per il contrasto alla pirateria, che spesso ha avuto come vittime le stesse navi del World Food Program delle Nazioni Unite, nella missione Eutm, per contribuire all’addestramento delle Forze di sicurezza somale, nell’operazione Eucap, per rafforzare la capacità della Somalia nell’applicazione del diritto marittimo, e nella missione “Miadit”, frutto di un accordo di cooperazione trilaterale tra lo Stato italiano e quello somalo e gibutiano, con l’obiettivo di favorire la stabilità e la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa.

Italiani presenti poi nella missione europea nella Repubblica Centrafricana, per addestrare le forze di sicurezza, in Egitto, nell’ambito della Multinational Force and Observers, nella missione bilaterale in Libia, a supporto del Governo di accordo nazionale, in Nigeria, per contribuire alla stabilizzazione dell’area e al rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità locali e dei Paesi del G5 Sahel, e nella base militare a Gibuti.

In totale sono circa 7.500 i militari italiani impegnati nelle missioni internazionali nel mondo, 1.100 soltanto in Iraq, all’interno della missione denominata “Prima Parthica”. Un’operazione in supporto a quella internazionale “Inherent Resolve”, iniziata nel 2014 per contrastare l’avanzata dell’Isis. Truppe impegnate ad addestrare i combattenti Peshmerga di origine curda e che forniscono personale di staff ai comandi multinazionali in Kuwait e Iraq.

Italiani inoltre in attività in Libano, dove l’Esercito ha schierato 1.216 soldati nell’ambito della missione Unifil dell’Onu e della missione bilaterale Italia-Libano di addestramento delle forze di sicurezza libanesi. In Afghanistan, invece, si trovano circa 800 uomini nell’ambito della missione Nato Resolute support. Altri 754 soldati fanno parte dell’operazione europea Mare sicuro, con il compito di sorveglianza e sicurezza marittima nel mar Mediterraneo centrale, altri operano in Kosovo e altri ancora negli Emirati Arabi Uniti.

Ci sono poi missioni in Bosnia, Serbia, Lituania, Lettonia, India, Cipro, Malta e anche in Antartide, dove l’Italia è impegnata nel programma scientifico che prevede l’esecuzione di spedizioni con attività da svolgersi presso la stazione “Mario Zucchelli” e la stazione italo- francese Concordia, la più estrema delle basi sul plateau antartico, a 3270 metri di altitudine. L’ultimo via libera dato dal Parlamento alle missioni internazionali, lo scorso anno, ha riguardato 41 missioni, con un impegno complessivo di 8.613 militari come consistenza massima e 6.494 come consistenza media, a fronte dei 7.358 e 6.290 militari del 2019. Ma solo 17 missioni hanno un contingente numericamente significativo.