Pur di salvare la direttrice (meloniana) dell’Ufficio Stampa Rai, Incoronata Boccia, autrice di un discusso intervento contro i giornalisti al convegno organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche e Cnel il 7 ottobre scorso, i vertici di TeleMeloni sono arrivati ad attaccare il lavoro dei cronisti del servizio pubblico. Per i vertici Rai, infatti, quando Boccia mise in dubbio la verità delle notizie da Gaza, arrivando a sentenziare che “non esiste nessuna prova che ci siano state sventagliate di mitra da parte dell’esercito israeliano sui civili inermi“, di fatto negando la bontà delle cronache riportate dalla Rai (e da tutte le televisioni e media del mondo), fece un intervento “di carattere esclusivamente deontologico e professionale”.
La risposta della Rai all’interrogazione di Bevilacqua
Lo si legge nella risposta data all’interrogazione firmata per M5s dalla deputata Dolores Bevilacqua, nella quale gli attuali vertici del servizio pubblico sottolineano anche che “nessun riferimento è stato fatto alla Rai, ai colleghi, al Servizio Pubblico o a partiti e temi politici” dalla Boccia.
Per l’azienda “va altresì aggiunto che in nessun passaggio del suo intervento, la Dott.ssa Boccia ha negato la strage di civili a Gaza; risultano quindi gravemente false e diffamatorie le accuse rivolte in tal senso attraverso comunicati stampa e social che hanno ridotto e distorto in frammenti la sua complessa relazione”.
Ma, sottolinea il comunicato di viale Mazzini, “l’intervento della Direttrice Boccia è stato reso a titolo personale, in un tavolo di confronto con altri direttori di testata, in un contesto extra aziendale di libero dibattito, senza utilizzare gli strumenti di diffusione del Servizio Pubblico. Non ha espresso critiche nei confronti della propria azienda, non ha violato alcuna norma interna, non ha espresso posizioni politiche”.
E conclude: “l’azienda non ha mai attuato, e non potrebbe altresì farlo, forme di censura e limitazioni alla libera espressione intellettuale ai propri dipendenti, fatte salve le regole aziendali di prestazione esclusiva e rispetto del codice etico”.
La rivolta dell’Usigrai contro Boccia
Un’affermazione sulla quale, probabilmente, altri avrebbero qualcosa da ridire… Ma a parte questo, colpisce che per i vertici meloniani della Rai la direttrice dell’ufficio stampa di un’azienda che mette in discussione – anche a titolo personale – il lavoro svolto da altri giornalisti, non ponga alcun problema deontologico e professionale…
Il comunicato di fuoco sulla commissione esaminatrice dei giornalisti (che comprende Boccia)
Che non tutti la vedano in questo modo all’interno della stessa Rai lo si desume, non solo dai numerosi comunicati nei quali l’Usigrai aveva fin da subito chiesto la rimozione della Boccia dall’attuale posizione, ma anche l’ultima nota del sindacato, riguardante la composizione della commissione esaminatrice della prossima selezione interna di giornalisti.
“Senza vergogna, senza senso del ridicolo, senza rispetto per la storia della Rai. A presiedere la selezione interna per giornalisti, come membro esterno, sarà l’ex direttore della Tgr Alessandro Casarin, sfiduciato per due volte dalle redazioni nel suo recente mandato”, si legge nel comunicato diramato giovedì sera.
“Fra i commissari ci sarà anche la direttrice dell’Ufficio Stampa, premiata dopo le sue esternazioni al Cnel, quando ha detto che tutti i giornalisti (quindi anche quelli della Rai) dovrebbero vergognarsi per come hanno raccontato la guerra a Gaza. Affermazioni che hanno gettato discredito sull’immagine della Rai, liquidate dall’Azienda come espresse ‘a titolo personale’”.
“Usigrai”, si legge ancora, “che ha firmato l’accordo per questa selezione convinta che la commissione sarebbe stata di alto profilo – non è disponibile a legittimare l’ennesimo atto di protervia dell’Azienda. Tuttavia il Sindacato, pur avendo valutato in una prima fase di ritirare l’osservatore, dopo la scelta di questa commissione che non risponde ai criteri di imparzialità richiesta, ha deciso comunque di esserci, per senso di responsabilità”, conclude la nota.
La piccata risposta dell’Unirai
Immediata era anche arrivata la risposta del neo-sindacato dei giornalisti di destra, Unirai: “Se c’è qualcosa di ridicolo dentro la Rai è il vecchio sindacato dei giornalisti che ancora si atteggia a controllore di tutto. Usigrai pontifica sulle commissioni come se spettasse a loro scegliere chi deve giudicare chi. Minacciano di ritirare l’osservatore e poi tornano indietro, come sempre. La verità è che non sopportano di non comandare più. E si vede”. Vale solo la pena ricordare che tra i fondatori dell’Unirai c’è proprio… Incoronata Boccia.