Tempi duri per gli evasori. La Guardia di Finanza acquista gli “Imsi catcher” per rintracciare i cellulari. Bando da 2 milioni per acquistare i primi 3 “cacciatori”

I primi 3 Imsi catcher sono destinati ai reparti investigati di Milano, Firenze e Napoli

Tempi duri per gli evasori. La Guardia di Finanza investe sulle tecnologie di ultima generazione per indagare. Il Comando generale di Viale XXI Aprile ha bandito, infatti, una gara da oltre 2 milioni di euro (ecco il bando) per acquistare “3 sistemi per il monitoraggio della rete cellulare in standard 2G/3G/LTE-4G, per l’identificazione dei terminali cellulari mediante il riconoscimento dei parametri caratteristici (IMSI/IMEI)”.

Negli Stati Uniti, dove se ne fa largo uso, sono chiamati man in the middle, ma il loro vero nome è Imsi catcher, ovvero cacciatore di cellulari, dove l’acronimo Imsi rappresenta il numero di serie univoco che identifica ogni terminale collegato alla rete mobile. I tre apparati, secondo quanto riferisce la documentazione allegata all’avviso, saranno destinati ai reparti investigativi delle Fiamme Gialle di Milano, Firenze e Napoli e la gara prevede un’opzione per acquistarne ulteriori 8 per una spesa che supera gli 8,4 milioni di euro.

A cosa potrebbero servire gli Imsi catcher che intende acquistare la Finanza è indicato nel capitolato tecnico: “In modalità attiva lo strumento deve essere in grado di simulare una qualsiasi stazione radio base della rete radiomobile cellulare in tecnologia 2G/3G/LTE4G presente sul territorio nazionale ed europeo” e “indurre il terminale mobile a registrarsi ad una stazione radio base simulata”. Dunque l’apparecchio serve a “ingannare” il cellulare che si intende spiare facendolo collegare – per l’appunto man in the middle – prima alle antenne del cacciatore di cellulari e solo dopo a quelle rete del proprio operatore telefonico.

Da alcuni anni gli Imsi catcher sono impiegati dalle Forze dell’ordine e dalle agenzie di intelligence italiane per geolocalizzare i cellulari di sospetti terroristi e mafiosi, ma anche in operazioni di soccorso, in particolare in montagna, come nel caso della valanga di Rigopiano quando la Polizia li impiegò per tentare di rintracciare i sopravvissuti. Il loro utilizzo, tra l’altro, non ha bisogno di essere autorizzato da un magistrato non essendo previsto che l’apparato capti conversazioni, dati o messaggi.