Terna favorisce le speculazioni. L’Authority inchioda Cattaneo

di Sergio Patti

Terna favorisce le speculazioni sul mercato elettrico. E’ una sentenza sorprendente, per certi versi clamorosa, quella che arriva dall’Autorità sull’energia, che ha chiuso l’istruttoria conoscitiva avviata la scorsa estate per accertare eventuali comportamenti speculativi messi in atto dai traders che operano sul mercato. La delibera – numero 197/2013 – chiama in causa la società guidata da Flavio Cattaneo. Nella relazione finale dell’istruttoria, infatti, vengono accertati comportamenti speculativi da parte di alcuni trader nell’anno 2012 favoriti dall’attuale disciplina degli sbilanciamenti e, appunto, dalle modalità operative di Terna.

L’istruttoria evidenzia che, nel 2012, alcuni trader hanno sistematicamente acquistato sul mercato del giorno prima energia in eccesso rispetto ai reali consumi. L’eccesso di energia acquistato rispetto al consumo reale veniva “rivenduto” in tempo reale (mediante il meccanismo dello sbilanciamento) ad un prezzo di sbilanciamento sistematicamente maggiore di quello di acquisto. Tale comportamento si basava sulle peculiari condizioni del mercato sardo e sulle regole che premiano gli utenti nel caso in cui consumino meno del previsto se il sistema è “corto” o di più se il sistema è “lungo”.

L’Autorità ha identificato alcuni trader caratterizzati da livelli significativi di sbilanciamento (maggiori del 20% del prelievo medio), quali Edelweiss Energia, Electrade, Youtrade, Electritalia, Green Network, Edison Energia, Telenergia. Salvi invece EoN ed Enel.
L’Autorità non ha evidenziato l’impatto sui costi del sistema di tali comportamenti ma, dalle stime, emergono extra-costi dell’ordine di diverse centinaia di milioni di euro. Solo dalla stima degli impatti per il mese di giugno 2012 emerge un incremento del prezzo in Sardegna di circa 28 €/MWh, con una spinta al rialzo del prezzo unico nazionale di 4 €/MWh.
L’Autorità ha perciò ipotizzato di rivedere le regole del dispacciamento e avviato un istruttoria in cui si imputa a Terna un utilizzo del cavo, prevalentemente in export verso il continente, non coerente con le premesse che erano state messe alla base della realizzazione dell’opera che avrebbe dovuto aumentare la flessibilità d’esercizio della rete sarda.