Terremoto, Amatrice piange le sue vittime. E il vescovo accusa: “Uccidono le opere umane, non i terremoti”

Un lungo elenco di nomi. Il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, ha cominciato così le esequie solenni delle vittime di Amatrice e di Accumoli. Con un appello di vite spezzate, nomi e cognomi di un terremoto che ha sbriciolato il centro del Paese. Ma anche un richiamo non proprio privo di polemiche. “I terremoti esistono da quando esiste la terra. I paesaggi, le montagne, l’acqua dolce, tutto è dovuto ai terremoti. Neanche l’uomo esisterebbe senza i terremoti, il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo”, ha subito dopo aggiunto Pompili, invitando a guardare avanti e non solo a chiedersi dov’era Dio quando la terra tremava. Alle esequie è intervenuto anche il presidente del consiglio, Matteo Renzi. “Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui”, ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, al termine dei funerali. Una frase accolta da un forte applauso da parte della folla che gremisce la tensostruttura. Il sindaco ha quindi abbracciato forte e a lungo il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, che ha celebrato il rito.