Un gruppo che per anni ha deciso dell’intero sviluppo urbanistico di Milano, influenzandolo a proprio favore. E che annoverava l’incontrastato “re del mattone di Milano”, l’immobiliarista Manfredi Catella (patron di Coima, ovvero il costruttore di Porta Nuova, Pirellino, Scalo Romana-Villaggio Olimpico, Beic, piazza Gae Aulenti), l’assessore alla rigenerazione Giancarlo Tancredi, funzionari del Comune di Milano, a partire dai componenti della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra e costruttori. Che coinvolgeva anche l’archistar Stefano Boeri. E che era in grado di indirizzare le scelte dello stesso sindaco Beppe Sala.
Sei le richieste di custodia cautelare
È la conclusione della procura di Milano che ieri ha presentato al Gip Mattia Fiorentini sei richieste di custodia cautelare, tre ai domiciliari (tra i quali Catella e Tancredi) e altrettante in carcere (Marinoni e Scandurra e due imprenditori, tra i quali Federico Pella della società J+S). Le accuse a vario titolo sono corruzione, induzione indebita e falso. Indagato anche l’archistar Stefano Boeri e a suo carico sono state eseguite perquisizioni per la riqualificazione del Pirellino (Boeri è imputato in altri due procedimenti: per turbativa d’asta e false dichiarazioni per il caso della Beic e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli).
La GdF, su ordine dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, e l’aggiunto Tiziana Siciliano, ha effettuato ieri anche 24 perquisizioni e acquisizioni di documenti negli uffici del Comune. Il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, spiegando l’inchiesta, figlia dei tanti fascicoli sull’urbanistica milanese degli ultimi tre anni, ha parlato di “incontrollata espansione edilizia”. Il Gip ha fissato gli interrogatori preventivi per il 23 luglio prossimo.
Per i pm Catella ordinava e Marinoni eseguiva
L’accusa di corruzione per Catella è legata ai suoi rapporti con i componenti della Commissione Paesaggio Marinoni e Scandurra. Per la Procura, l’architetto Scandurra avrebbe “piegato l’esercizio della sua funzione valutativa in seno alla Commissione, in favore degli interventi di interesse di Coima e suoi personali” stringendo un “accordo di corruzione” con l’immobiliarista.
Il patto avrebbe previsto che Scandurra avrebbe ricevuto incarichi di progettazione e relative remunerazioni da parte della società. Inoltre, non solo avrebbe omesso di denunciare il suo conflitto di interessi ma soprattutto avrebbe orientato le discussioni in Commissione favorendo gli interessi di Catella. In questo scenario, Marinoni sarebbe stato informato della situazione e avrebbe consigliato a Scandurra di non denunciare il conflitto di interessi. Questo ‘schema’ sarebbe stato adottato nel progetto di Coima a Porta Romana per il Villagio Olimpico in studentato.
L’apporto di Tancredi alla corruzione
Per i pm l’assessore Tancredi avrebbe fatto parte con un suo “contributo” all’accordo “corruttivo”, agevolando “l’attività svolta da Marinoni in conflitto di interessi”, anche “riconfermandolo” al vertice della Commissione per il “2025-2029”. E pure “fornendo specifico supporto all’affare Nodi e Porte metropolitane, accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con gli operatori privati interessati alla realizzazione dei progetti urbanistici elaborati” dalla società di Pella e “dallo Studio Marinoni”.
L’ipotesi di corruzione è contestata dal 22 dicembre 2021 fino ad oggi e a Tancredi sono contestate anche ipotesi di falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Inoltre Tancredi avrebbe spinto Sala a confermare alla presidenza della commissione paesaggio Marinoni nel dicembre scorso, abusando “dei poteri di assessore” e avrebbe interferito rispetto ai lavori della Commissione, su richiesta di Catella e Boeri.
“Stiamo facendo un Pgt ombra”
“Stiamo attuando un Pgt ombra”. “E con alte parcelle”, si dicevano il 5 dicembre 2023 Marinoni e Pella, riferendosi allo studio su ‘Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050’, una serie di aree di Milano (Cascina Gobba, San Donato, Baggio-Bisceglie, il Nodo Nord Ovest, Famagosta, Linate, Opera, Assago, Figino-Molino Dorino) di “ampissime estensioni” individuate nel Pgt 2019, ma senza “precise regole dimensionali e morfologiche” su cui si è deciso di attirare interventi di riqualificazione urbana con bonus volumetrici e incentivi a costruire concessi agli investitori immobiliari. Per l’accusa si tratta di “un’operazione di vasta speculazione edilizia” tra “la città e l’hinterland” gestita “da Marinoni” che, in cambio, “riceveva incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree”.
Marinoni contratta con i big dell’immobiliare, da Unipol a Hines
Marinoni avrebbe contrattato “privatamente i contenuti” come “volumi e densità da realizzare, altezza degli edifici a torre, servizi, oneri da pagare al comune” nella sua “doppia veste di pubblico ufficiale e professionista” titolare di uno studio professionale. Lo avrebbe fatto con “gruppi” anche “quotati” dello “sviluppo immobiliare” fra cui Unipol, Redo Sgr (la principale società di housing sociale), gli australiani di Lendlease, EuroMilano (i costruttori del quartiere Cascina Merlata sull’ex area Expo), la multinazionale americana Hines e Coima.
Una strategia che, secondo i pm, Tancredi “favoriva e supportava”. Per la Procura Tancredi si occupava anche di “motivare” i tecnici degli “uffici del Comune” che erano “spaventati” dal firmare atti con le “volumetrie e dalle altezze proposte, ad esprimersi positivamente”.