Torna l’incubo legionella, Tribunali di Roma ko. Nuovamente infettati gli edifici che ospitano la Procura, la Corte d’Appello e il Civile

Che i Tribunali di Roma facessero acqua da tutte le parti, lo sapevamo già. Ma che addirittura l’acqua fosse contaminata dal batterio della legionella fa pensare proprio che la giustizia sia precipitata a livelli da terzo mondo. Già qualche mese fa era stato dato l’allarme del bacillo nella Procura penale, allarme poi rientrato dopo interventi di iperclorazione. Ma adesso la questione si allarga. Infatti la legionella più potente che mai non solo è tornata al Tribunale di Piazzale Clodio ma si è estesa anche agli uffici giudiziari della Corte d’Appello ed è arrivata fino al Tribunale civile di Viale Giulio Cesare. Praticamente un’invasione.

Il batterio, letale nel 10 per cento dei casi, può trovarsi in vecchi impianti idrici, umidificatori e tubature, come confermano le analisi effettuate dalla società di bonifica chimica Mitsa, che ha prelevato alcuni campioni di acqua e ha riscontrato una concentrazione di legionella superiore a mille, e in due casi superiore a 10mila. Anche stavolta si interverrà con l’iperclorazione, il che significa che fino a quando non saranno effettuati nuovi controlli con esito negativo, saranno vietati alcuni servizi e saranno chiuse pure le mense.

Un provvedimento che il presidente della Corte d’Appello, Fabio Massimo Gallo, ha giustamente ritenuto necessario, ma che ha indispettito ulteriormente i molti lavoratori che si vedono costretti ad una precarietà igienica e a disagi legati a risorse ormai a un limite quasi surreale. Certo è che la legionella nelle aule penali, civili e d’Appello lascia interdetti.