Tra inchieste e possibili arresti, tempi duri per Trump

La procura di Atlanta sta valutando di contestare a Donald Trump i reati di estorsione e cospirazione. Nel 2014 tentò di ribaltare l'esito delle elezioni.

Tra inchieste e possibili arresti, tempi duri per Trump

Estorsione e cospirazione. Sono questi i reati che la procura di Atlanta sta valutando di contestare a Donald Trump nell’inchiesta per gli sforzi dell’allora presidente di ribaltare l’esito delle elezioni in quello stato nel 2014. Gli investigatori, ha riferito la Cnn, hanno molte prove sostanziali relative a una possibile cospirazione all’interno e all’esterno dello Stato, comprese registrazioni di telefonate, e-mail, sms, documenti e testimonianze davanti a un gran giurì speciale. Il loro lavoro, ha detto la fonte, sottolinea la convinzione che la spinta per aiutare Trump non sia stata solo uno sforzo di base che ha avuto origine all’interno dello stato.

La procura di Atlanta sta valutando di contestare a Donald Trump i reati di estorsione e cospirazione. Nel 2014 tentò di ribaltare l’esito delle elezioni

Ma Trump, come sospetta lui stesso, rischia di finire nei guai – addirittura gli arresti – per la vicenda del denaro che avrebbe pagato ad alcune donne per nascondere le relazioni che aveva avuto con esse, in con la pornostar Stormy Daniels.

“È il procuratore distrettuale di Manhattan che sta violando la legge”

“È il procuratore distrettuale di Manhattan che sta violando la legge utilizzando la testimonianza falsa e completamente screditata (anche dal tribunale del distretto sud!) di un condannato bugiardo, criminale e carcerato, Michael Cohen, per perseguire e incriminare incredibilmente un ex presidente, ora candidato presidenziale in testa (di gran lunga!), per un reato che non esiste. Alvin Bragg dovrebbe essere ritenuto responsabile del reato di “interferenza nelle elezioni presidenziali” ha scritto Donald Trump sul suo social Truth.

“Il procuratore distrettuale è sostenuto da Soros”

“Riuscite a immaginare il grande dipartimento di polizia di New York – ha aggiunto l’ex presidente -, correttamente denominato come il migliore di New York city, che, per la prima e unica volta nella storia ha dato il suo endorsement a me e mi ha onorato come ‘uomo dell’anno’, dover difendere e proteggere la sinistra radicale che odia la polizia e vuole toglierle i fondi e mettere il loro più grande campione e amico in prigione per un crimine che non esiste? E questo mentre il procuratore distrettuale sostenuto da Soros consente agli assassini e ad altri criminali violenti di andarsene in giro liberamente per le strade di New York”.

Lo speaker della Camera difende il tycoon e promette un’indagine. Ma McCarthy teme anche violenze e proteste

Pur avendo criticato l’inchiesta della procura di New York contro Donald Trump, per i pagamenti in nero alla pornostar Stormy Danel e promesso un’indagine della Camera, lo speaker Kevin McCarthy, si è detto contro le proteste sollecitate via social dal tycoon: “Non penso che le persone debbano protestare, no”. “Nessuno dovrebbe farsi del male a vicenda in questo… Vogliamo calma là fuori. Non credo ci dovrebbe essere alcuna violenza (in risposta) a questo”, ha lo speaker della Camera. McCarthy ha difeso anche Trump, sostenendo che “neppure lui crede a questo” e che “non sta parlando in modo pericoloso”.

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