Tra ricorsi e sentenze il Lazio chiude i rubinetti. Regione morosa per 3 milioni. La provincia di Rieti rischia di restare a secco

La sentenza di due giorni fa farà discutere: il sindaco non può far riallacciare l’acqua agli utenti morosi con un’ordinanza. A deciderlo è stato il Tar del Lazio che ha accolto un ricorso di Acea Ato 5 contro il Comune di Cassino (Frosinone). La sentenza stabilisce che “il sindaco non può intervenire” perché “in questo caso si realizza uno sviamento di potere, che vede il Comune, estraneo al rapporto contrattuale gestore – utente”. E dunque non può “impedire al medesimo gestore di azionare i rimedi di legge tesi ad interrompere la somministrazione di acqua nei confronti di utenti non in regola con il pagamento della prevista tariffa”. Insomma, i Comuni non possono scegliere la strada dell’ordinanza per evitare ai cittadini che non pagano l’acqua che venga tolto loro il servizio. Nella zona del Frosinone e del basso Lazio il tasso di morosità è del 18% a 24 mesi, tra le più elevate d’Italia, vista la media del 4%. Vuol dire che i cittadini rischiano di trovarsi senz’acqua? Esattamente. Un destino che molto probabilmente toccherà anche a molti comuni del reatino. Il Cam (Consorzio Acquedottistico Marsicano) ha messo sul tavolo di Nicola Zingaretti “l’avviso di riduzione della fornitura idrica”. Tutto dipenderebbe da una morosità di 3 milioni 248 mila euro. Debiti non saldati dalla Regione, come invece promesso. E allora ecco il cartellino giallo che, salvo interventi urgenti, potrebbe presto diventare rosso. La data prescelta è il 10 novembre. Se nulla dovesse cambiare e se nessuno dovesse pagare, i rubinetti verranno chiusi.