Tra Usa e Russia nuovo fronte sulle armi biologiche. L’Oms chiede ai russi che tutti i patogeni conservati nei centri di ricerca sui virus siano distrutti

L'Oms chiede ai russi che tutti i patogeni conservati nei centri di ricerca sui virus siano distrutti.

Tra Usa e Russia nuovo fronte sulle armi biologiche. L’Oms chiede ai russi che tutti i patogeni conservati nei centri di ricerca sui virus siano distrutti

Il conflitto tra Russia e Ucraina non sembra volgere al termine. Anzi. Proprio per questo motivo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), guidata da Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha raccomandato all’Ucraina di distruggere gli agenti patogeni ad alto rischio nei laboratori sanitari per prevenire potenziali fuoriuscite.

Nello specifico l’Oms ha “fortemente raccomandato” al Ministero della Salute in Ucraina di distruggere in sicurezza “agenti patogeni ad alta minaccia” che potrebbero essere nei laboratori di salute pubblica del Paese per prevenire “eventuali fuoriuscite”.

L’Oms ha anche incoraggiato “lo smaltimento sicuro e protetto di qualsiasi agente patogeno” e si è messa a disposizione per assistere, se necessario e ove possibile. Perché se da un lato l’Ucraina non ha laboratori per la produzione di armi biologiche, dall’altro ha laboratori dove vengono conservati agenti patogeni pericolosi che potrebbe scatenare epidemie potenzialmente gravi.

Gli esperti di biosicurezza ritengono che l’escalation degli attacchi della Russia potrebbe danneggiare una di queste strutture e, di conseguenza, aumentare il rischio di fuga di agenti patogeni. Sono all’incirca 4mila, ma solo due sarebbero autorizzati a lavorare con agenti patogeni di “primo livello”, i più pericolosi, altri 402 con quelli di “secondo livello”. Alcuni di questi laboratori hanno ricevuto il sostegno degli Stati Uniti, dell’Unione europea e dell’Oms.

In una mail inviata alla Reuters, l’Oms ha confermato di aver collaborato per diversi anni con i laboratori di salute pubblica ucraini per promuovere pratiche di sicurezza che aiutano a prevenire “il rilascio accidentale o deliberato di agenti patogeni”. Ma non ha specificato quando ha formulato questa raccomandazione di smaltimento in sicurezza, né ha fornito dettagli sui tipi di agenti patogeni o tossine presenti nei laboratori ucraini. Certo è che sul terreno delle eventuali armi chimiche si è consumato una scontro verbale tra Usa e Russia.

Il Cremlino ha accusato gli Stati Uniti di finanziare la ricerca sullo sviluppo di armi biologiche in Ucraina: queste attività statunitensi puntano a “stabilire un meccanismo per la diffusione furtiva di agenti patogeni mortali”. È chiaro che oggi le armi chimiche tornano a minacciare la sicurezza internazionale. Motivo per il quale la Russia ha chiesto di convocare una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per denunciare che l’Ucraina starebbe producendo armi biologiche con il sostegno degli Stati Uniti.

Secondo gli Usa – che respingono le accuse al mittente – Mosca sta costruendo false notizie per poi giustificare un possibile uso futuro di queste armi. Proprio nella riunione del Consiglio l’Onu ha dichiarato di “non essere al corrente di nessun programma di armi biologiche in Ucraina”. Ma l’Ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani (Ohchr) “ha ricevuto rapporti credibili sull’uso di bombe a grappolo da parte delle forze russe anche nelle aree popolate dell’Ucraina”. Lo ha denunciato Rosemary Di Carlo, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari politici: ”Gli attacchi indiscriminati, compresi quelli che utilizzano bombe a grappolo, sono vietati dal diritto umanitario internazionale”.