Traffico illecito di beni archeologici, 23 arresti. I Carabinieri recuperano centinaia di reperti destinati al mercato estero. Scoperti numerosi scavi clandestini in Calabria

Smantellata dai carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, con il coordinamento di Europol ed Eurojust, un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di beni archeologici calabresi: 23 le misure cautelari eseguite in Italia (2 in carcere e 21 ai domiciliari); 123 gli indagati, 80 in totale le perquisizioni, di cui 4 tra Regno Unito, Germania, Francia e Serbia. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura di Crotone, le attività di una holding criminale che, da tempo, gestiva un ingente traffico di beni archeologici provento di scavi clandestini in Calabria e destinati anche all’illecita esportazione all’estero. L’operazione, denominata “Achei”, ha permesso di recuperare numerosi reperti archeologici per un valore di diversi milioni di euro.

Le indagini hanno accertato l’esistenza di un vasto traffico di reperti provenienti sia da scavi clandestini nei siti archeologici di “Apollo Aleo” a Cirò Marina, “Castiglione di Paludi” a Paludi (Cosenza) e nell’area di “Cerasello”, sia da aree private nelle province di Crotone e Cosenza. Nel corso dell’attività investigativa sono stati recuperati diversi reperti archeologici risalenti al IV e al III secolo a.C. rinvenuti nella disponibilità di uno dei capi dell’organizzazione, quali 5 vasi e lucerne in terracotta, piatti con scene di animali, fibule e monili vari. I carabinieri hanno sequestrato anche i mezzi meccanici e le attrezzature utilizzate per le ricerche archeologiche clandestine. Durante le perquisizioni sono stati trovati e sequestrati in diverse abitazioni in altre regioni italiane altri reperti provenienti verosimilmente dal Crotonese per un valore di svariati milioni di euro.

“Grazie a sofisticate tecniche investigative – ha detto il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini – e alla collaborazione di Europol e delle forze di polizia estere competenti, in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Serbia, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha condotto a termine con successo una vasta operazione di contrasto al traffico illecito di reperti archeologici dalla Calabria al Nord Italia e verso l’estero recuperando migliaia di beni e sequestrando materiali utilizzati per gli scavi clandestini. Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei Carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano. A loro, alla Procura Crotone che ha diretto le indagini e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato va il plauso del governo italiano”.